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Montevarchi. Sul caso Pd interviene il segretario provinciale. “Il confronto va riportato nelle sedi di partito”.

“Le beghe interne vanno risolte all’interno delle sedi politiche, non in piazza, nè tanto meno sui media”. E’ un pò questo il senso delle dichiarazioni rilasciate questa mattina dal segretario provinciale del Partito Democratico Massimiliano Dindalini, intervenuto sulla bufera che si è abbattuta all’interno del Pd di Montevarchi. Dindalini è partito da un dato di fatto inconfutabile: le elezioni amministrative di Montevarchi rappresentano un test fondamentale per il Pd locale, provinciale e regionale. Come dire “non possiamo permetterci di perdere”. Tra l’altro il partito di Renzi ha già perso Arezzo e subire una sonora sconfitta anche a Montevarchi potrebbe avere conseguenze disastrose anche sulla stessa segreteria provinciale. ” Il Pd di Montevarchi, con la riunione della sua direzione nel settembre scorso, che vedeva anche la mia presenza, aveva elaborato e condiviso un percorso che individuava nel sindaco Grasso, in considerazione del lavoro svolto dalla sua amministrazione, il candidato naturale per la ricomposizione della coalizione di centro sinistra – ha ricordato Dindalini – . Resta sottinteso che è sempre stata ritenuta prioritaria la definizione di un programma che sapesse trarre dall’attività di questi cinque anni, dall’analisi delle nuove emergenze e dalle opportunità di nuovo sviluppo una sintesi politica che stesse alla base della coalizione e del candidato alla guida di essa”. Il segretario ha poi ricordato i prossimi step. Il Pd nazionale terrà la sua direzione il 30 gennaio e definirà regole e criteri per le primarie che, laddove saranno organizzate, si terranno il 6 marzo.”Comprendo le naturali fibrillazioni che valuto come segni di dinamicità interna ai quali porre attenzione – ha aggiunto – . Sono convinto che la vivacità del dibattito sia la condizione essenziale per una buona campagna elettorale. Sono meno convinto che la loro trasposizione sui media favorisca il raggiungimento di più avanzati punti di sintesi; è probabile, invece, che inducano alla cristallizzazione delle posizioni e quindi ad un irrigidimento politico funzionale solo alla disgregazione e non alla ricomposizione”. La linea del segretario è quindi chiara. ” Occorre un confronto sereno, franco e magari anche duro. Ma sicuramente diretto e svolto faccia a faccia nelle sedi di partito e successivamente anche tra i cittadini”. Insomma, basta al can can mediatico di questi giorni.

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