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Dimissioni di Rossi. Parla il sindaco Grasso. ” Mai revocato o sospeso alcuna delega. Ho solo chiesto chiarimenti”

A poche ore dalle clamorose dimissioni da assessore di Palazzo Varchi di Giovanni Rossi, il sindaco Francesco Maria Grasso ha chiarito la sua posizione, entrando anche nel merito delle motivazioni addotte dall’ormai ex amministratore. Il primo cittadino di Montevarchi, con una nota ufficiale, ha innanzitutto sottolineato di non aver mai revocato o sospeso alcuna delega, ma di aver chiesto solo alcuni chiarimenti a Rossi in relazione al documento sottoscritto da lui stesso e da altri nove compagni di partito. Il sindaco ha specificato che, subito dopo quest’uscita pubblica, gli è stato chiesto di chiarire ufficialmente la propria posizione, dato che esiste un vincolo di fiducia di un assessore verso il sindaco. ” Credevo che si fosse tornati nella operatività ordinaria – ha aggiunto Grasso -. Invece ancora una volta, senza neanche una parola o un preavviso, ritrovo sulla stampa le avvenute dimissioni”. Il numero uno di Palazzo Varchi ha precisato che, in questi anni di lavoro in giunta, non sono mai emersi tra i due elementi di differenziazione tali da giustificare questa drastica decisione e il contributo di Rossi è stato importante e sempre indirizzato a raggiungere tutti gli obbiettivi che di volta in volta l’esecutivo si era dato. “Sono convinto – ha proseguito il primo cittadino di Montevarchi – che il livello amministrativo vada separato da quello politico, anche in previsione della imminente campagna elettorale. Adesso abbiamo tutti il dovere istituzionale di chiudere nel migliore dei modi un’esperienza positiva di governo della città: è un dovere che tutti abbiamo nei confronti dei cittadini. Poi ognuno sceglierà la sua strada politica. Ma oggi – ha concluso – non possiamo contraddire il lavoro fatto fino ad ora in nome di una scelta che ciascuno di noi domani farà liberamente. Il patto con i cittadini che simbolicamente è stato sottoscritto al momento dell’elezione e, gli assessori al momento della nomina, non è certamente una “tavola della legge”, ma nemmeno un leggerissimo foglietto di carta che può essere stracciato non per attuali divergenze amministrative ma per future divisioni politiche”.

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