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Energie rinnovabili: contratti di solidarietà al Consorzio Terranuova

Contratti di solidarietà al Consorzio Terranuova, l’impresa nata nel 2010 dall’unione di alcuni terzisti e sub fornitori dell’ex Power One. Imprenditori che decisero di fare rete e assumere dipendenti con competenze e professionalità nel settore delle energie alternative. Fino a 200 lavoratori sono stati impiegati nei due stabilimenti terranuovesi per produrre inverter e impianti fotovoltaici e sviluppare nuovi prodotti. La recessione nel mercato delle rinnovabili, però, ha mandato in sofferenza l’azienda che, dopo una prima riorganizzazione l’anno passato, è dovuta ricorrere all’uso degli ammortizzatori sociali. “L’ulteriore contrazione delle commesse dell’Abb, il cliente di riferimento, che incide per l’85 per cento nel fatturato complessivo, – ha spiegato Alessandro Tracchi della Fiom Cgil – ha reso necessaria l’attivazione del contratto di solidarietà per i 161 addetti ora in forza all’impresa. Resterà in vigore per un anno, fino a gennaio 2017”. Un risultato giudicato comunque importante dai sindacati, perché la premessa iniziale erano 49 licenziamenti. La situazione è monitorata soprattutto per valutare l’andamento della filiera produttiva legata alla multinazionale svizzera. “Il comparto – prosegue il sindacalista – è in un momento di evidente difficoltà che siamo pronti a gestire. Ben diverso sarebbe, invece, se si dovesse fare i conti con un cambio nella strategia che ha sempre caratterizzato la politica di Abb e Power One: privilegiare la produzione a chilometro zero ed esternalizzare il lavoro sul territorio, facendo venire meno il consolidamento del tessuto satellite. Un’inversione di tendenza farebbe saltare quel progetto che a suo tempo le organizzazioni sindacali giudicarono di valore, perché dava la possibilità alle piccole realtà produttive di mettersi insieme e garantire opportunità rilevanti di crescita e sviluppo economico ed occupazionale”.

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