Cerca
Close this search box.

Rigucci attacca nel dopo gara: “Questa squadra non è da play off. Stiamo rispettando l’obiettivo iniziale”

Montevarchi a doppia faccia quello che ha impattato con la Vigor ed il primo ad ammetterlo è Rigucci in sala stampa. “ Non abbiamo giocato bene il primo tempo – conferma il trainer aquilotto – . Siamo entrati in campo sbagliando subito i primi due palloni. Logicamente poi una squadra un po’ impaurita che viene da risultati non positivi e che prende il goal, come oggi, alla prima azione subita, va un po’ in difficoltà. Nel secondo tempo – continua Rigucci – i ragazzi si sono scrollati questa paura di dosso, abbiamo cambiato modulo e abbiamo pareggiato. Ma potevamo anche vincere. Il pareggio infatti ci sta molto stretto”. Sul cambio modulo e sulla difesa a tre adottata all’inizio il tecnico rossoblù è categorico.
“Sono dell’avviso che non contano i moduli. Conta la mentalità. La differenza, importante, che si è vista tra il primo e il secondo tempo non è stata dettata solo dal diverso schieramento tattico”. Essoussi, ancora una volta assente. “Ha accusato nella rifinitura un fastidio ed è stato costretto a fermarsi – precisa l’allenatore fiorentino -. Abbiamo però giovani bravi che ho inserito nella ripresa e hanno fatto bene. All’inizio ho deciso invece di affidarmi ad elementi più esperti perché i ragazzi giovani non sempre hanno un rendimento costante e bisogna inserirli al momento giusto”.
Non è poi mancata una stilettata a chi, in società, aveva parlato di play off. “Anche oggi abbiamo giocato con sette quote. Quando decidi di affidarti ai giovani, seppur bravi, pretendere di andare ai play off per me è pretenzioso – dice convinto Rigucci – . Ci sono squadre ben più attrezzate di noi. Ci piacerebbe arrivarci, ma l’obiettivo mio e della squadra e anche di qualcuno della società è una salvezza tranquilla. Noi – prosegue Rigucci – potevamo sicuramente avere qualche punto in più. E sicuramente ho sbagliato. Ma questo è un campionato ultradifficile nel quale i ragazzi ce la stanno mettendo tutta in un ambiente difficile come quello di Montevarchi. Giocare e allenare qui è una cosa meravigliosa perché anche quando ti offendono ti senti allenatore o giocatore. Però questo aspetto pesa, soprattutto quando giochi con tanti ragazzi”.

Articoli correlati