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Ciclopista dell’Arno. Interviene Prima Montevarchi. “I soldi finanziati non sono sufficienti. E’ una bufala!”

Il finanziamento di oltre 300.000 euro per realizzare la ciclopista dell’Arno nel tratto montevarchino non basta nemmeno per rimuovere una frana che insiste sulla futura pista! A denunciarlo il capogruppo di Prima Montevarchi Luciano Bucci, che ha affrontato un tema quanto mai dibattuto, legato alla mobilità sostenibile e al progetto, assai ambizioso, di realizzare un grande percorso ciclabile che colleghi la sorgente alla foce dell’Arno, attraversando buona parte della Toscana. Il comune di Montevarchi, per intervenire sul tratto di sua competenza, ha ottenuto un finanziamento di quasi 350.000 euro. Analizzando, nel dettaglio, il progetto, la lista civica ha mosso alcune osservazioni. “ Non è previsto il ponte sul torrente Giglio, indispensabile per garantire il collegamento con il nuovo ospedale, già realizzato da San Giovanni – ha detto Bucci – Il progetto inoltre non prende in esame la risoluzione del tratto in frana presente nell’anello ciclabile consolidato all’Arno, impone la realizzazione di un tombino scatolare sul borro di Spedaluzzo e prevede di allargare il nuovo ponte della variante sul torrente Caposelvi. Ma non prevede il collegamento tra questo e la rotatoria del cimitero di Levane”. In sostanza, secondo Prima Montevarchi, senza il ponte sul Giglio, non ci potrà essere una continuità della ciclopista. Inoltre per realizzare il tombino sul borro di Spedaluzzo e sistemare gli argini necessari ad assicurare la viabilità di servizio imposta dall’autorità idraulica serviranno più di 100.000 euro, oltre un terzo dei 350.000 euro disponibili. “Ma quale ciclopista dell’Arno, chiacchieroni!!- ha tuonato Prima Montevarchi – I soldi finanziati non bastano neanche a risolvere la frana sulla pista esistente!”. Secondo il movimento di opposizione i passi da fare sono altri. C’è bisogno infatti di un collegamento ciclabile dal centro alla colonia, e gli argini del Dogana, recentemente ristrutturati, possono servire a questo. E’ poi necessario un collegamento ciclabile dal quartiere Giglio al ponte che sarà costruito alla foce del torrente, attraverso la messa a senso unico ed a traffico selezionato di via Verdi. Infine Montevarchi necessita di un collegamento ciclabile che dallo stadio di Levane porti a Bocca d’Ambra sistemando e strutturando gli argini esistenti. “ Una classe politica autorevole – ha concluso la lista civica – avrebbe dovuto pretendere che nel progetto della variante alla SR 69 fosse inserita la ciclopista e che le arginature e gli ambiti spondali dell’Arno e dell’Ambra fossero risanati dalle frane in atto da oltre un decennio. I denari pubblici vanno usati per le cose che servono, non per le iniziative strampalate”.

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