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Meningite: 3 morti dall’inizio del 2018. Saccardi: “Vaccinazione gratuita fino al 31 dicembre”

Sale a 3 il numero dei decessi da meningococco C dall’inizio dell’anno in Toscana, su un totale di 5 casi di meningite, di cui 4 C. L’ultima vittima è un anziano morto a Torregalli nella notte tra lunedì e martedì.
E l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi rinnova ancora una volta l’invito a vaccinarsi: “Il vaccino – afferma – è l’unico modo per proteggersi, dalla meningite come da tante altre malattie. Da quando la Regione ha avviato la campagna straordinaria di vaccinazione contro la meningite da meningococco C si è vaccinato quasi un milione di persone. Ma le morti di questi primi mesi del 2018 ci dicono che non possiamo ancora abbassare la guardia. Abbiamo prorogato la campagna ancora di un anno, fino al 31 dicembre 2018. Invito quindi tutte le persone a vaccinarsi dal proprio medico curante o agli ambulatori della Asl. Il vaccino è gratuito e non ha controindicazioni di alcun tipo”.
Questi i casi di meningite da meningococco C dal 2015, anno in cui la Toscana ha registrato l’impennata di episodi che ha fatto scattare la campagna straordinaria di vaccinazione.
2015:
38 casi, di cui 31 C
7 decessi : 6 meningococco C – 1 meningococco B
Tra i casi registrati, 3 si erano vaccinati per meningococco C (1 deceduto).

2016:
40 casi, di cui 30 C
7 decessi meningococco C
Tra i casi registrati, 10 si erano vaccinati per meningococco C, di cui 1 vaccinato lo stesso giorno dell’esordio dei sintomi.

2017:
17 casi, di cui 9 C
1 vaccinato per C
Nessun deceduto

2018:
5 casi, di cui 4 C
3 deceduti tutti con sepsi da C
Nessuno risulta vaccinato

Dall’inizio della campagna straordinaria (aprile 2015) al 31 dicembre 2017 erano 233.189 i vaccinati nella fascia di età 11-20 anni; 417.733 nella fascia 20-45; 283.198 oltre i 45 anni per un totale di 934.120 vaccinazioni.
La copertura a 24 mesi per meningococco C è 92,71% (la vaccinazione è raccomandata, non obbligatoria).
Per la vaccinazione ci si può rivolgere agli ambulatori delle Asl o al proprio medico o pediatra di famiglia.

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