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“Il centro di Montevarchi vive un lento declino e la politica sta a guardare”. L’allarme di Confcommercio

Dura presa di posizione della Confcommercio di Montevarchi contro una politica “distratta” che assiste al declino del centro storico senza intervenire, trasformando il cuore della città in “un’isola inavvicinabile, priva di accessi a Nord e a Sud, ingabbiata fra catene e transenne in un cantiere infinito di lavori”. La presidente della delegazione montevarchina Federica Vannelli non gira intorno alle parole e a nome degli imprenditori del terziario chiede azioni concrete per cambiare passo. A cominciare dalla viabilità d’accesso all’ovale, con l’inversione di marcia nelle vie Mochi e Trento, e un serio piano dei parcheggi, drasticamente diminuiti dopo le opere del Piuss. “Lavori che vanno avanti da dieci anni – afferma – e per ora hanno portato più danni che benefici, anche perché condotti senza un minimo coinvolgimento degli operatori”. Un quadro desolante in cui “calano i residenti, ci sono meno persone in giro, diminuiscono gli affari nei negozi e l’occupazione è a rischio”. E della situazione i negozianti vorrebbero discutere con le forze politiche ma “a pochi mesi alle elezioni – prosegue Vannelli – ancora nessuno schieramento ha presentato il candidato a Sindaco. Speriamo che accada a breve, perché vogliamo conoscere e valutare bene i singoli programmi di governo”. Non meno incisivo il commento della responsabile di delegazione Roberta Soldani interprete delle richieste all’Amministrazione Comunale della categoria, che rappresenta le 863 imprese del commercio, del turismo e dei servizi: “Modificare la circolazione che ora allontana dal centro; più posti auto ( quelli previsti nell’area privata dell’ex ospedale non saranno risolutivi) e, soprattutto, un maggiore dialogo con la città”. Istanze e suggerimenti che verranno scritti in un documento da consegnare ai candidati. Nella speranza che la campagna elettorale sia condotta su temi reali, perché “di false promesse – accusa – ne abbiamo sentite fin troppe in questi anni. Il centro storico è stato il “colluttorio” con cui tutti si sono sciacquati la bocca, senza poi cambiare una virgola una volta eletti. Esortiamo la politica ad essere più veloce, a tenere il passo dell’impresa. C’è di mezzo il futuro di quasi 900 aziende e di almeno tremila lavoratori del comparto. Siamo fiduciosi sui risvolti positivi che avrà per la nostra città la presenza dell’Accademia di Prada – conclude Roberta Soldani – e, tuttavia, le nostre sorti non possono reggersi solo su questo”.

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