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Il j’accuse del sindacato degli infermieri. “Lasciato morire il corso di laurea in Scienze infermieristiche di San Giovanni”

E’ un vero e proprio atto d’accusa nei confronti dell’azienda sanitaria, dell’Università, delle istituzioni e degli amministratori locali, accusati di non aver fatto niente per salvare il corso di laurea in scienze infermieristiche di San Giovanni Valdarno, uno dei pochi in Italia a garantire la piena occupazione dei laureati. Il j’accuse arriva dal Nursind, il sindacato autonomo degli infermieri, intervenuto sull triste epilogo del percorso di studi, che in dieci anni ha accolto centinaia di valdarnesi e decine da tutta Europa. , Università e Istituzioni lasciano morire il Corso di Laurea in Scienze infermieristiche di San Giovanni, uno dei pochi in Italia a garantire la piena occupazione dei laureati”. “Dal 2004 al 2014 – ha detto Claudio Cullurà, segretario provinciale del Nursind – a San Giovanni Valdarno si sono laureati 241 giovani, di cui 239 sono attualmente occupati come infermieri e due sono impiegati in un altro mestiere: nessuno è disoccupato. La maggior parte ha un contratto a tempo indeterminato, 134 in strutture pubbliche e 11 nel privato, quasi il 90% ha trovato un impiego sul territorio regionale, mentre 8 lavorano all’estero”. Il sindacato ha poi ricordato che gli studenti del corso, per trovare lavoro nelle strutture pubbliche, hanno dovuto superare concorsi partecipati da migliaia di persone, riuscendo sempre a posizionarsi tra i primi 200 in graduatoria. “Nonostante ciò – ha aggiunto Cullurà – l’Università di Firenze ha condannato il corso di laurea che garantiva la piena occupazione ai giovani infermieri del Valdarno ad una lenta agonia. Dallo scorso dicembre, infatti, la sede è stata trasferita all’Ospedale, con una sola persona dedicata, un singolo ufficio e nemmeno un’aula dove gli ultimi iscritti possano concludere gli studi. Adesso – ha concluso – gli studenti del Valdarno aretino saranno costretti ad andare a Prato, Empoli e Borgo San Lorenzo per studiare e fare pratica. Tutto ciò nell’indifferenza di Asl 8 e amministrazioni locali che si sono lasciati scippare un’importante risorsa per il territorio”.

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