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Flusso maggiore al Pronto Soccorso della Gruccia. Si riduce l’attività programmata per riservare i posti letto. Ed è polemica

All’ospedale di Santa Maria alla Gruccia si è deciso di ridurre, per un paio di settimane, l’attività programma, per riservare maggiori posti letto ai pazienti. Una decisione assunta direttamente dal direttore del presidio valdarnese, Massimo Gialli, a causa di un consistente afflusso di persone, soprattutto anziane, al pronto soccorso. “ Nel corso degli ultimi giorni – ha scritto Gialli nella lettera, inviata ai reparti di chirurgia, urologia, ginecologia, ostetricia, ortopedia e cardiologia – il Pronto soccorso e l’Obi, l’Osservazione breve, soprattutto in alcune fasce orarie, hanno riscontrato un picco di afflusso che ha comportato un aumentato fabbisogno di posti letto per ricoveri, soprattutto in area medica, con conseguenti disagi nella gestione dei pazienti. Si rende, pertanto, indispensabile aumentare la disponibilità di posti letto a disposizione dei pazienti – ha aggiunto Gialli – evitando loro il disagio del ricovero in altre strutture dell’azienda”. Per questo si è deciso di ridurre per dieci, quindi giorni, l’attività specialistica programmata di area medica e chirurgica. Gialli ha ricordato che questa situazione si verifica tutti gli anni in particolari periodi, ad esempio in presenza di picchi influenzali o di repentini cambiamenti climatici. In questi casi si registra in afflusso maggiore al pronto soccorso e la direzione sanitaria, prima di costringere la persone a farsi ricoverare un altro ospedale preferisce sospendere per due settimane l’attività programmata destinando posti letto al paziente. Il provvedimento venne emesso anche lo scorso anno e il 1 febbraio scorso è stato attivato anche al San Donato di Arezzo. Sulla vicenda è intervenuto il vice presidente della commissione sanità del consiglio regionale toscano Stefano Mugnai, che invece parla di uno dei primi frutti avvelenati, del tutto previsti, della riforma della sanità toscana voluta da Rossi. “ Alla Gruccia lo scenario di prospettiva è grave – ha detto Mugnai – , perché se adesso si è ridotta la specialistica programmata, ciò che ci si riserva poi per il dopo è il blocco di tutta l’attività programmatica. Ciò implica anche il blocco delle chirurgie oncologiche, per dirne una. Questo è gravissimo – ha aggiunto – . La sanità toscana è diventata una coperta troppo corta, e non copre i bisogni dei cittadini. Inutile tirarne i lembi ora di qua, ora di là: si va verso il progressivo collasso del sistema, con blocchi successivi di una o l’altra attività per tamponare le smagliature che via via lo lacerano”.

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