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Dopo la morte di Bruno fioccano i ricordi. Le straordinarie immagini di una grande amicizia tra l’orso e l’uomo al Parco di Cavriglia

“Adesso camminerà nei boschi celesti”, ha detto qualcuno, salutando per l’ultima volta l’orso siberiano morto questa mattina al Parco di Cavriglia. Una morte assistita, definita inevitabile dai medici. L’animale, infatti, non si reggeva più in piedi e le sue condizioni erano notevolmente peggiorate negli ultimi giorni. Adesso è però il momento dei ricordi e queste straordinarie immagini, scattate all’inizio degli anni ottanta da uno dei decani dei giornalisti del Valdarno, Giorgio Grassi, parlano più di tante parole e testimoniamo un rapporto speciale che si era instaurato tra gli orsi e Ubaldo Renzini, ex minatore di Castelnuovo dei Sabbioni ed ex presidente del Parco di Cavriglia. Renzini è morto prematuramente oltre quindici anni fa ed è stato un vero custode degli animali, con i quali era diventato un grande amico. In particolare degli orsi. Nella foto lo vediamo quasi dialogare con loro. L’orso più grande è la madre del piccolo Bruno. La foto è stata scattata nel 1981, quando Bruno aveva solo un anno di vita. Il padre e la madre erano stati donati alla fine degli anni settanta dalla città di Tallin (Lestonia) al Comune di Cavriglia, ed erano giunti al parco dopo un lunghissimo viaggio con un camion dalla Russia. Ubaldo Renzini ha curato spesso i piccoli animali malati del Parco, portandoseli anche a casa propria a Castelnuovo dei Sabbioni. Qui somministrava loro le medicine e li nutriva con il biberon. Immagini straordinarie di un tempo lontano che però nessuno ha dimenticato. Soprattutto adesso che è finita un’epoca.

Ubaldo Renzini con gli orsi al Parco di Cavriglia

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