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Saldi. Le previsioni di Confcommercio. “Ipotesi di spesa inalterata, 396 euro a famiglia”

Finite le feste di Natale, si apre la stagione dei saldi. Giovedì prossimo 5 gennaio i negozi inizieranno ad apporre i cartellini dei maxi sconti, che partiranno con percentuali piuttosto alte, attorno al 30%. La Confcommercio aretina indica in 643 le imprese della moda interessate alle vendite di fine stagione, per un totale di 979 punti vendita sparsi su tutto il territorio, dei quali 810 di abbigliamento e 169 di calzature e pelletteria. In base alle indicazioni, tre famiglie su cinque approfitteranno dei saldi, con una ipotesi di spesa inalterata rispetto a quella degli ultimi due inverni, ovvero 396 euro a famiglia e 170 euro a persona. “Veniamo da una stagione piuttosto fiacca, la propensione all’acquisto nel 2016 è diminuita ancora rispetto all’anno precedente – ha sottolineato il presidente provinciale di Federmoda Confcommercio Paolo Mantovani. Tasse, bollette e spese per la casa, incertezza politica ed economica, paura del domani, crisi occupazionale per i giovani sono tutti fattori che certo non aiutano a risollevare i consumi interni, soprattutto quando si parla di spese non strettamente necessarie come la moda. Ed è ormai dal 2009 che il settore registra un andamento negativo – ha aggiunto – . Solo negli ultimi tre anni la nostra provincia ha perso 39 imprese di abbigliamento e calzature”. In generale, secondo la Confcommercio è sparito l’acquisto effimero: si comprano cose utili, che servono. Al limite ci si concede l’acquisto emozionale, che unisca all’utilità il prestigio di una griffe conosciuta o linee di tendenza. C’è poi la concorrenza delle vendite on line. Secondo Mantovani, il web non è una realtà che si può combattere e anche gli operatori più refrattari dovranno al più presto pensare ad un negozio virtuale oltre che reale. Altrimenti c’è il rischio di perdere clienti e visibilità. La Confcommercio ha infine ricordato le principali regole dei saldi che dovranno seguire gli operatori economici:
1. Le vendite di fine stagione riguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. I capi in saldo non devono necessariamente appartenere alla stagione in corso.

2. Le merci devono essere poste in vendita con l’indicazione del prezzo corrente, dello sconto espresso in percentuale e del nuovo prezzo ribassato o scontato. È vietato ogni riferimento a procedure fallimentari e similari.

3. È possibile porre in vendita solo merci già presenti nell’esercizio e nei locali di pertinenza. Il divieto di introduzione di ulteriori merci riguarda sia quelle acquistate che quelle concesse in conto deposito.

4. Le merci in offerta devono essere separate da quelle poste eventualmente in vendita alle condizioni ordinarie.

5. La possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato. In questo caso scatta infatti l’obbligo del cambio o, nel caso la sostituzione risulti impossibile, la restituzione della somma pagata.

6. È rimessa alla discrezionalità del negoziante la possibilità di far provare i capi.

7. Per quanto riguarda i pagamenti, le carte di credito devono sempre essere accettate qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.

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