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27 anni fa la morte di Giuliani, il portiere dimenticato…

La sua parabola umana prima ancora che tecnica ha assunto i connotati di un anestesia. Dimenticato…dal suo mondo: 27 anni fa se ne andava Giuliano Giuliani, cresciuto ad Arezzo con una zia e svezzato calcisticamente nel club amaranto del cavallino rampante. Il portiere che, con il Napoli, vinse il secondo scudetto della storia partenopea se ne andava per una malattia comune dell’ epoca, si chiamava e si chiama HIV, coram populo AIDS. Sulla sua vicenda umana cala da allora un vergognoso sipario di abbandono, il pregiudizio che ci circonda a volte esige la morte sociale oltre a quella fisica. Ne difende l’immagine e la memoria ancora oggi la moglie, la bella Raffaella Del Rosario dalla sua casa sui colli bolognesi .

Giuliani, che aveva indossato le maglie di Arezzo ,Como, Verona, Napoli ed Udinese, ci lasciava il 12 novembre del 1996: al suo funerale, celebrato nel nostro capoluogo, il mondo del calcio fu il convitato di pietra . Giuliani chi ? Scrissero in molti, troppi…mai conosciuto. Quell’uomo sieropositivo faceva paura e creava imbarazzo, la moglie rivelò più tardi che il contagio del marito era avvenuto a Baires proprio durante la mega festa di matrimonio del pibe…Giuliani non sarà stato un santo, ma non meritava ciò che ha subito anche post mortem. I  tifosi delle squadre dove ha giocato lo hanno sempre rispettato, se non amato. Io…lo ricordo bene quando era a guardia della porta amaranto, negli anni di Ballacci e di Piero Cucchi, l’Arezzo di Razzoli, Zanin, Malisan, Colusso, quello degli aretinissimi Baldi, Neri, Quercioli e  Ardimanni. E ricordo anche quando mio babbo si fece recapitare dal fratello (credo) una maglia in lanetta dell’ Hellas Verona gialla bordata in blu, dimenticata in qualche cassetto. Come la storia di Giuliani.

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