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Attentato: due giovani di Piandiscò asserragliati in un negozio di Barcellona. “Abbiamo visto i morti e i feriti sulla strada. Siamo sotto choc”

Sono due giovani di Piandiscò, Irene Forni e Niccolò Vannini, che in queste ore stanno vivendo nella paura asserragliati dentro un negozio di Barcellona. Sono chiusi in un esercizio commerciale proprio nella rambla dove un furgone impazzito ha seminato morte e terrore nella città spagnola.

I due ragazzi, di 23 anni, erano partiti la notte scorsa in aereo da Bologna alla volta della città della Sagrada Familia per trascorrere qualche giorno di vacanza. Stamani, appena giunti in hotel, hanno lasciato i bagagli e sono andati in giro per una visita alla città. Poi nel pomeriggio è scattato il terrore.
Irene e Niccolò sono stati fortunati, mentre quel furgone impazzito si stava scagliando sulla folla della rambla, loro erano dentro un negozio, lo stesso dove si trovano ancora, a diverse ore dall’attentato. Tutta la zona è presidiata dai poliziotti e, per il momento, i due giovani, come altri avventori, non possono uscire. Hanno potuto telefonare a casa solo perchè un poliziotto ha prestato loro il cellulare. I loro portatili erano ormai scarichi.

“Siamo usciti perchè abbiamo sentito un gran trambusto, sirene, gente che urlava” – ha raccontato Irene tra le lacrime al telefono dei genitori – ed è stato allora che ci siamo resi conto della tragedia. In terra, per la strada c’erano morti e feriti dappertutto. Voglio tornare a casa, trovatemi un aereo. Per ora dobbiamo stare dentro. Non ci fanno uscire”.

Un racconto drammatico che lo stesso compagno di viaggio Niccolò ha riassunto con maggiori particolari in poche righe sulla pagina di Facebook: “Ciao a tutti abbiamo purtroppo assistito alla tragedia con i nostri occhi ma siamo siamo stati fortunati e veloci a rifugiarsi all’interno di un negozio in cui ancora siamo in attesa che la polizia ci dia la possibilità di uscire.
Siamo spaventati ma stiamo bene.
Un saluto a tutti,
Irene Forni e Niccolò”
I genitori stanno vivendo ore di ansia e di apprensione ma, hanno detto “Sono vivi, e questa è l’unica cosa che conta”, hanno già pensato di prenotare un aereo per far tornare a casa i due ragazzi. Ancora linee telefoniche intasate e telefonini spenti ma Irene e Niccolo’ sono nuovamente riusciti a chiamare a casa una seconda volta, in tarda serata con il telefono del buon poliziotto che già una prima volta li aveva aiutati.

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