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Sabato a Cavriglia giornata di studi sul culto del Mithra

E’ stato l’Auditorium del Museo Mine, sabato scorso, ad ospitare una giornata di studi su Mithra e sulle origini di questa religione, che in Europa venne cancellata con l’avvento del Cristianesimo. Un evento organizzato non a caso, visto che la mostra su Mitra si chiuderà il 31 dicembre e poi l’opera tornerà al Museo Archeologico di Arezzo.
Il culto del Dio è stato presentato a partire dalle sue origini iraniane e poi accompagnato attraverso i confini dell’impero romano. E’ stata analizzata la sua diffusione in Occidente e nello specifico nella regione dell’antica Etruria, infine sono state individuate le influenze che questo culto misterico ha avuto nella genesi di alcune tra le associazioni di carattere iniziatico, diffusesi in Europa nel corso del Sette e Ottocento.
Igor Baglioni, direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” di Velletri, ha introdotto il concetto di rito misterico, Tommaso Gnoli, docente di Storia romana presso l’Università degli studi di Bologna, ha illustrato il passaggio storico dal culto orientale di Mithra a quello occidentale, Vittoria Canciani, dottoranda presso Università degli Studi di Verona e Ghent University, ha analizzato le strutture dei luoghi di culto di Mithra, concentrandosi sugli esempi toscani, e Stefania Berutti, archeologa collaboratrice di CAMNES e curatrice della sezione relativa a Mithra della mostra, ha rintracciato l’ispirazione mitraica nelle società esoteriche dal tardo Medioevo fino all’età dei Lumi.
Per l’amministrazione comunale, il Vicesindaco di Cavriglia Filippo Boni, ha ricordato l’impegno culturale dell’amministrazione comunale, mentre il cavrigliese Stefano Valentini, co-direttore di CAMNES Centro Internazionale di Ricerca, formazione e tutela per l’Archeologia del Mediterraneo e del vicino oriente, ha ribadito la collaborazione appunto di Camnes per l’evento su Mithra e per i progetti futuri.
Molte le persone hanno assistito al convegno di fronte al gruppo scultoreo rinvenuto nel 1974 da due ragazzi di Cavriglia, oggi adulti.

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