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Campo Progressista dopo la rinuncia di Pisapia: “In vista delle prossime elezioni non saremo ai giardinetti…”

Giuliano Pisapia, come noto, ha deciso di rinunciare al suo progetto di unire le forze a sinistra del Pd nel suo Campo Progressista. E le ultime vicende del movimento di sinistra hanno fatto uscire allo scoperto le sezioni di Campo Progressista di Arezzo, Firenze, Siena, Grosseto, Pisa, Piombino, Val di Cornia, Val d’Elsa e Valdarno, che hanno pubblicato una nota ufficiale. E’ stato ricordato che c’è stato un tentativo forte e per non arrivare a questo punto, nella consapevolezza che il centrosinistra ha un compito storico: mantenere un quadro di valori che tenga acceso il fuoco del ragionamento laico progressista ambientalista europeista.
“Di fronte all’avanzata della destra populista in tutta Europa, con il rischio di un arretramento epocale, chi per giochi di potere e per difendere posizioni ha lavorato e si è speso nel dividere – ha aggiunto CP – dovrà assumersi delle responsabilità di fronte al Paese. L’assenza di una lista Campo Progressista alle elezioni politiche nazionali non è un messaggio di smobilitazione, ma di coerenza e generosità. Intorno a questa coerenza, in Toscana, è nata una comunità politica che attraverso le officine ha saputo legare territori e persone che insieme hanno lavorato e lavoreranno per un paese laico progressista ambientalista europeista”.
Campo Progressista ha precisato che in questo periodo pre elettorale il movimento non andrà ai giardinetti, ma agirà concretamente, nella convinzione che il momento storico attuale impone di operare sui temi e le emergenze democratiche, come la “nefasta” legge elettorale con la quale si andrà al voto.
“Ci stiamo avvicinando ad una campagna elettorale che si preannuncia lontana dalla gente con i contendenti chiusi in una dialettica tutta incentrata sulle loro figure- – ha concluso CP – . In questo quadro deprimente abbiamo l’ambizione di porre temi al servizio delle persone e della comunità. Ci misureremo sulla capacità di essere presenti di porre questioni e di individuare i candidati più sensibili alla nostra comunità senza settarismi e demagogie, ma guardando il bene comune”.

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