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Cavriglia, Terre Tav: Movimento 5 Stelle critico, ma il Comune assicura controlli capillari

L’arrivo delle terre di scavo della Tav di Firenze a Cavriglia non convince il Movimento 5 Stelle che già nello scorso settembre, facendosi interprete delle perplessità dei cittadini, aveva presentato in Consiglio comunale un’interrogazione sul tema.
“Abbiamo appreso che le terre – spiegano i consiglieri pentastellati – avranno al suo interno una media del 2 per cento di Sles (anche chiamato sodio lauriletere solfato), agente tensioattivo e schiumogeno usato dalla fresa, additivato con polimeri plastici e grassi derivanti dal lavoro della stessa. Facendo un calcolo in via cautelare parliamo di oltre 20 mila metri cubi di prodotti chimici da smaltire”.
Nel documento si chiedeva in particolare se “la procedura di stoccaggio e depurazione, studiata per componenti come la Bentonite, fosse efficace per altri prodotti, se gli impianti già allestiti a Santa Barbara fossero adeguati e dove saranno svolte le analisi preliminari.
“Dopo circa due mesi – riprendono – gli amministratori ci hanno degnati di una risposta dalla quale abbiamo capito che a novembre stavano aspettando il procedimento di validazione dal Ministero dell’Ambiente. Adesso che il provvedimento è stato redatto, l’amministrazione è ancora incapace di risponderci? Consideriamo una vergogna dare il via libera a questo progetto senza nemmeno sapere a quali problematiche potremmo andare incontro e usare la scusa del “prenderemo solo terre buone”, quando sappiamo benissimo che, una volta arrivate, non ritorneranno mai a casa!”, concludono gli esponenti di opposizione.
“Siamo disponibili ad accogliere le terre che però dovranno prima essere analizzate cumulo per cumulo e poi, qualora risultino classificabili in tabella A, messe a dimora per la formazione della collina”, aveva già spiegato il sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni precisando che il placet ministeriale era arrivato grazie all’avallo di una commissione tecnica composta dalle massime autorità del settore: Centro Nazionale di Ricerca e Istituti Superiori per la protezione e la ricerca ambientale e di Sanità, alla presenza dell’Arpat toscana.
“Ogni procedura – aveva proseguito il primo cittadino – avverrà con efficienza e massimo rispetto dell’ambiente. Per questo oltre ad aver richiesto i controlli sui cumuli delle terre prima della messa a dimora finale, l’amministrazione comunale ha messo a disposizione di un pool di tecnici dell’ Arpat regionale anche alcuni locali dell’Incubatore di Impresa dell’area industriale di Bomba, adiacente al cantiere”.

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