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I tesori di Figline e Incisa. Alla scoperta della Spezieria Serristori di Villa San Cerbone

Il Valdarno è una terra di tesori, antichi e moderni, che non tutti conoscono. Vediamo, e magari ammiriamo gli edifici storici dall’esterno, li studiamo non ma in maniera approfondita. Spesso si tratta di scrigni che custodiscono tesori inediti, da manufatti a oggetti sacri, da ossari a testi antichi, da reliquiari a opere di pittura talmente enigmatiche da lasciarci, e frequentemente accade, con dei quesiti a cui non è sempre facile rispondere.
Oggi siamo riusciti ad entrare in un luogo senza tempo, dove si respira un clima del tutto romantico. Si tratta della Spezieria del Serristori, Spedale di antica fondazione, un tempo ubicato in piazza Marsilio Ficino a Figline, per poi spostarsi nel 1890 a Villa San Cerbone, sua attuale collocazione.
Con noi, era presente Daniela Matteini, storica dell’arte figlinese, che, aprendo una piccola porticina, ci ha fatto fare un salto indietro nel tempo, esattamente nel 1895, quando nacque questo luogo “nascosto”, detto “Stanza Rossa” per via della sua natura monocroma predominante nei muri, nel pavimento e nel soffitto in legno.
La Spezieria fu fortemente voluta da Umberto Tozzoni Serristori, come luogo di memoria della famiglia, tramandando ai posteri i mobili del 1700, gli stessi di quando lo Spedale era situato in piazza. All’interno, vi è conservata anche una numerosa collezione di vasi e orcioli in terracotta risalenti dal 1590 al 1630. Elemento di curiosità, ancor più antico della Sala stessa, è un’opera pittorica del Quattrocento attribuita a Giovanni di Tano Fei, artista fiorentino. Ritrae una Madonna col Bambino, che è rappresentato attraverso una singolare iconografia, per il tempo, fuori dagli schemi. Ma la lista degli oggetti della Stanza, appartenenti a un passato e a una loro funzionalità, non si ferma certamente qui. Ecco le immagini esclusive della visita con una guida d’eccezione, Daniela Matteini.

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