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Cavriglia. I giardini di via Aldo Moro intitolati ai “Caduti di via Fani”. Ieri la cerimonia alla presenza dei familiari

Anche Cavriglia ha deciso di intitolare un’area verde a Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino, gli uomini della scorta di Moro trucidati dalle Br in via Fani quarant’anni fa. E non poteva essere altrimenti, dato che un concittadino, nonché vice sindaco, Filippo Boni, ha scritto un libro che ripercorre la storia di questi uomini, servitori dello stato dimenticati per troppo tempo.
Ieri si è tenuta la cerimonia, alla presenza dell’amministrazione comunale e di alcuni familiari delle vittime del 1978. Iniziativa legata alle commemorazioni del 74esimo anniversario degli eccidi nazifascisti, celebrate in questi giorni a Cavriglia.
“Se i maschi civili innocenti uccisi dalle truppe nazifasciste nell’estate del ’44 offrirono la loro vita per contribuire alla nascita del nostro libero presente democratico – hanno detto sindaco e assessori – , non possiamo dimenticare chi invece quella libertà l’ha difesa negli anni successivi, dimostrando quel senso di appartenenza alle istituzioni che in molti sembrano aver smarrito. Tra queste, per prime, ci sono le numerose vittime cadute per difendere lo Stato durante i terribili anni del terrorismo in Italia”.
“Tra loro, a 40 anni dalla sua morte, non possiamo dimenticare proprio il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro – ha aggiunto l’amministrazione comunale -, padre costituente, ucciso il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse, ed anche gli uomini della sua scorta trucidati a Roma, in via Fani, sempre dalle Brigate Rosse, il 16 marzo del 1978. La presenza a Cavriglia dei loro più stretti familiari, venuti appositamente dalla Puglia, dalla Campania, dal Molise e dal Lazio – hanno concluso gli amministratori – , è stata motivo di profonda riflessione. La difesa dei nobili valori della Carta Costituzionale, base fondante della nostra democrazia, è passata soprattutto da cittadini come Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. Se le nostre vittime del 4 luglio 1944 hanno contribuito a far scrivere quella Costituzione, furono loro, quarant’anni dopo, a difenderla, morendo”.

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