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Cala il sipario sul Moby Dick Festival. 5.000 presenze. Il bilancio del sindaco Chienni

La cultura non è professione per pochi: è una condizione per tutti, che completa l’esistenza dell’uomo”, diceva Elio Vittorini, scrittore e critico letterario italiano. E di cultura, in questi giorni, ha Terranuova, ne hanno usufruito in parecchi, grazie ad una manifestazione che, altro aspetto estremamente positivo, ha mobilitato giovani e anziani, famiglie e ragazzi. Tutti, indistintamente. Il Moby Dick Festival, edizione 2019, è stato un evento straordinario. E un segnale importante. C’è ancora voglia di cultura, c’è voglia di ascoltare e di apprendere. Così, i tantissimi ospiti che hanno animato questa cinque giorni terranuovese hanno avuto vita facile nel raccontare le loro storie, le loro esperienza di vita e di lavoro. E’ stato così per Federico Buffa, il primo che si è seduto all’interno della tensostruttura di piazza della Repubblica, come per Beppe Severgnini e uno scatenato Vittorio Sgarbi, che ieri sera hanno chiuso la kermesse.
Difficile fare calcoli precisi sull’affluenza di persone. Probabilmente si sono sfiorate le 5.000 presenze complessive. Un numero eccezionale, che testimonia l’importanza di una manifestazione che è destinata a diventare uno dei festival culturali più importanti d’Italia. E il bilancio del sindaco Chienni non può che essere positivo. “Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto – . La cittadinanza ha risposto benissimo e il clima che ha animato il festival è stato positivo. Il Moby Dick ormai ha un’anima chiara e rappresenta un appuntamento importante per tutto il Valdarno. L’intento di questa iniziativa – ha continuato il primo cittadino – era duplice: rispondere ad un bisogno di cultura, che c’è anche tra i giovani e allo stesso tempo suscitare un desiderio in tal senso. E la scelta della location non stata è stata casuale. La piazza, infatti, ha un valore metaforico, è un luogo centrale del paese, ma è anche il luogo di incontro per eccellenza e io ho visto che persone che lo scorso anno passavano davanti al tendone solo per curiosità, tornare in questa edizione con maggiore interesse e consapevolezza”.
Come ha sottolineato il sindaco, l’anno scorso, essendo la prima edizione, era stato più complicato trovare gli ospiti. Quest’anno è stato più semplice, anche se ha un cruccio. “Mi sarebbe piaciuto portare Enrico Mentana. Lo abbiamo “inseguito” un po’, ma non ce l’abbiamo fatta. Ci proveremo il prossimo anno”. Chienni ha infine ricordato ospiti magari meno conosciuti, ma che hanno dato grande qualità al festival. “Mi riferisco in particolare a Umberto del Guasta, che ha narrato la storia dei migranti italiani che lavoravano nelle miniere all’estero e del giovanissimo Pietro Grifoni, che ha una fantasia che arriva ovunque e ha dato una grande lezione agli adulti. Insomma – ha concluso il sindaco di Terranuova -, il Moby Dick è diventato un patrimonio di tutto il Valdarno. Vi aspettiamo alla quindi alla terza edizione”.

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