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Consorzio di Bonifica: manutenzione dei corsi d’acqua in Valdarno. Investiti piĆ¹ di un milione e 200 mila euro

Non si ĆØ mai fermata in agosto l’opera del Consorzio di Bonifica in Valdarno, impegnato in una serie di interventi di cura e messa in sicurezza sul reticolo dei corsi d’acqua di sua competenza, appena cessato il divieto di taglio, in vigore da marzo a inizio luglio, per proteggere la fauna che nidifica lungo alvei e sponde.
In poco piĆ¹ di un mese sono stati tanti i lavori realizzati e avviati dallā€™ente, tenendo conto del Piano delle attivitĆ , lo strumento operativo approvato dalla Regione Toscana l’11 febbraio scorso e che ogni anno dĆ  il via alle attivitĆ  consortili.
Nel territorio valdarnese saranno investiti in totale oltre 1 milione e 200 mila euro, soldi che finanzieranno la manutenzione di oltre 150 km di corsi dā€™acqua. Dieci i lotti dei lavori e tre di questi, per un ammontare di oltre 400 mila euro, sono affidati in base a una convenzione, allā€™Unione dei Comuni del Pratomagno.
Ecco la mappa dei cantieri allestiti nel comprensorio a cavallo tra le province di Arezzo e Firenze.
Nel versante fiorentino sono giĆ  interessati i comuni di Figline Incisa e Reggello e nei prossimi giorni si passerĆ  a Rignano e poi a Pelago. Sul lato aretino squadre di operai in azione, anche con mezzi specializzati, nel territorio di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Cavriglia e Castelfranco PiandiscĆ².
All’orizzonte, inoltre, si profilano analoghe attivitĆ  in Valdambra, a Loro Ciuffenna, Terranuova Bracciolini e Laterina Pergine. In contemporanea si intensificherĆ  la sistemazione di letto e argini dell’Arno.
In sintesi, ĆØ concluso oltre il 30% delle opere programmate e il restante 70 sarĆ  completatoĀ  prima dellā€™inizio della stagione piĆ¹ piovosa.
Il via ĆØ stato dato partendo dalle aree piĆ¹ densamente urbanizzate. La prioritĆ  infatti ĆØ andata al Torrente Cesto, al Borro di Ponterosso e al Borro di Fracassi a Figline Incisa; al Borro della Madonna, al Borro delle Ville e al Borro dei Frati a San Giovanni; al Borro del Giglio, al Borro Spedaluzzo e al Torrente Dogana a Montevarchi; al Borro della Cervia a Cavriglia.
Particolare attenzione, quindi, ĆØ stata riservata alle aree collinari dove la manutenzione ĆØ fondamentale per mitigare il rischio idraulico ed assicurare il buon regime delle acque nelle zone a valle.
ā€œTutti gli interventi sono stati individuati a suo tempo dal Consorzio di concerto con i Comuni e con la Regione Toscana, enti con i quali vi ĆØ una collaborazione stretta durante tutto lā€™annoā€, spiega la presidente dellā€™Alto Valdarno Serena Stefani. ā€œLa concertazione ĆØ indispensabile per far fronte alle varie necessitĆ  segnalate sia dai cittadini che dagli amministratori, i nostri principali partner nella difesa attiva del territorio dal rischio idrogeologico.
E la raccolta di indicazioni non si interrompe mai: anche in questi mesi ne abbiamo ricevute e valutate tante. Molte di queste saranno proposte per lā€™inserimento nel Piano delle AttivitĆ  del prossimo anno. Tra gli interventi piĆ¹ richiesti quelli di riprofilatura e di eliminazione dei sedimenti accumulatisi in alveo, indispensabili per restituire piena efficienza alle sezioni idrauliche dei corsi dā€™acquaā€, aggiunge la Presidente che, subito dopo la sua elezione, ha incontrato personalmente tutti i primi cittadini del comprensorio per fare il punto su bisogni e urgenze.
ā€œGli interventi in corso consistono nella manutenzione ordinaria, finalizzata al mantenimento delle opere idrauliche e del reticolo di gestione, nonchĆ© alla prevenzione del loro degrado con lā€™obiettivo primario di minimizzare eventuali situazioni di pericolo. La cura dei fiumi indirettamente produce un miglioramento del decoro urbano, apprezzato dai cittadini, che, anche in seguito allā€™azione svolta dal Consorzio, si riappropriano degli spazi fluviali per attivitĆ  ludiche, sportive e ricreative. Un risvolto importantissimo anche per noi, ma non lā€™unico: il nostro principale compito infatti ĆØ operare per ridurre il rischio idraulico!ā€, dichiara Stefani spiegando la reale mission dellā€™ente.
ā€œLa nostra attivitĆ  deve essere portata avantiĀ  nel rispetto dellā€™ambiente fluviale, dei processi di dinamica dei sedimenti, dello sviluppo controllato della vegetazione e della funzione di corridoio ecologico del corso dā€™acqua: per questo ogni intervento deve essere programmato accuratamente, per eliminare con il taglio solo quella parte di vegetazione, presente sulle sponde ed in alveo, che si ritiene possa costituire unĀ  ostacolo al deflusso e che non vada ad interferire con la stabilitĆ  delle sponde e delle opere idraulicheā€, precisa Stefani, concludendo lā€™illustrazione dellā€™operazione ā€œfiumi pulitiā€ in corso in Valdarno.
Il cronoprogramma dei lavori ha subito una sola variazione: lo stop dellā€™intervento sul torrente Faella, decisione obbligata dalla presenza invasiva di una pianta aliena. ā€œSi tratta del Poligono del Giappone, pianta di origine orientale che si ĆØ insediata in Valdarno ormai da 10 anni. Al momento della sua comparsa occupava le aste fluviali per non piĆ¹ di un km, ora la sua presenza si ĆØ moltiplicata fino ad interessare 10-12 km e ha raggiunto concentrazioni straordinarie soprattutto nei comuni di Terranuova Bracciolini e Castelfranco PiandiscĆ². Eā€™ una specie vegetale che, da noi, non ha competitor, si riproduce con estrema facilitĆ  e quindi si propaga in modo esponenziale. La sua presenza distrugge la biodiversitĆ  e, a causa di un apparato radicale pervasivo, crea molte complicazioni agli argini. Conoscerla ĆØ fondamentale per poter studiare modalitĆ  adeguate per il suo difficile contenimento.
Nel tempo abbiamo scoperto che lā€™unico modo per rallentarne la diffusione ĆØ di spostarla quando ĆØ in riposo vegetativo. Ecco perchĆ© lā€™intervento sul Faella non sarĆ  realizzato ora, ma nei mesi di ottobre-novembreā€, spiega il dottor Simone Frosini dellā€™Unione dei Comuni del Pratomagno, impegnato da tempo, insieme al Consorzio di Bonifica, nella lotta contro lā€™avanzata del Poligono del Giappone che conclude: ā€œEā€™ un escamotage per tamponare lā€™emergenza. Questa criticitĆ  dovrĆ  comunque essere affrontata in modo radicale, anche interessando la Regione e il Ministero e andando ad intercettare risorse nazionali e comunitarie per poterla risolvereā€.
Fin qui la manutenzione ordinaria. Ma non lā€™impegno dellā€™Alto Valdarno non si ferma qui.
Nel 2019 il ConsorzioĀ  ĆØ chiamato a realizzare un intervento straordinario di taglio della vegetazione sullā€™Arno. Lā€™operazione interesserĆ  alcuni tratti del fiume nei comuni di Rignano sullā€™Arno, Reggello, Figline Incisa Valdarno, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Montevarchi e Laterina Pergine Valdarno. ā€œEā€™ un lavoro importante sul piano della sicurezza idraulica, che prenderĆ  il via nel corso del mese di ottobre. Voluto dalla Regione Toscana e in gran parte da essa finanziato, sarĆ  impegnativo sul piano tecnico e, proprio per questo, avrĆ  tempi di realizzazione piĆ¹ dilatatiā€, annuncia la Presidente che aggiunge: ā€œSempre sullā€™Arno ĆØ previsto un altro intervento, realizzato con fondi regionali, a Rosano nel Comune di Rignano sullā€™Arno e poco piĆ¹ a valle nel territorio del Comune di Bagno a Ripoliā€.

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