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Caso Bekaert. I soci fondatori della Cooperativa Steelcoop Valdarno scrivono al Presidente Mattarella

Hanno scritto una lettera al Capo dello Stato per manifestare la preoccupazione per il loro futuro, chiedendo anche un incontro. L’iniziativa è dei nove soci fondatori della cooperativa Steelcoop Valdarno, costituita lo scorso dicembre con lo scopo di portare avanti l’attività all’interno dello stabilimento ex Bekaert di Figline. Nella missiva inviata al Quirinale – e contestualmente per conoscenza al Prefetto di Firenze Laura Lega – i soci della cooperativa hanno ricordato il recente discorso di fine anno del Presidente della Repubblica.
“Le Sue parole ci hanno commosso quando suggeriva che i sogni e le speranze non debbono essere relegate alla sola infanzia e che solo se affrontiamo ogni giorno con coraggio possiamo tracciare il profilo di un’Italia positiva – ha scritto il presidente della cooperativa Daniele Righi a nome dei lavoratori – . Un’Italia dove ogni singolo cittadino, se in difficoltà, deve sapere che lo Stato è al suo fianco per aiutarlo a colmare i ritardi e le mancanze, anche nel mondo del lavoro, e per insieme aumentare la capacità competitiva del Paese”.
Sono state poi ripercorse le tappe di una storia complessa, che vede i lavoratori della ex Bekaert al centro di una vicenda iniziata nel giugno del 2018 con l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Figline Valdarno.
“Nonostante le difficoltà, grazie alla visione e capacità del sindacato e all’amore per la nostra fabbrica ed il Valdarno – hanno scritto i soci di Steelcoop – siamo riusciti ad interloquire con i due Governi che si sono succeduti e a trovare riconoscimento alle nostre istanze, ovvero a reintrodurre la Cassa Integrazione per Cessazione di Attività, di cui da ottobre 2018 abbiamo beneficiato noi e altri 170000 lavoratori in tutta Italia”. Poi gli ultimi mesi, con la nascita della cooperativa. “Grazie al supporto serio e costante di Legacoop Toscana – hanno ricordato i soci – oggi la Steelcoop Valdarno è realtà ed è una dei due soggetti che hanno presentato al Ministero dello Sviluppo Economico un piano industriale per far ripartire quanto prima la produzione e che si pone l’obiettivo di ricollocare non una parte ma tutti i lavoratori ancora in cassa integrazione. Il tavolo di confronto aperto al Ministero avrà tempo per lavorare ad una soluzione fino a giugno, poi l’ammortizzatore sociale scadrà e saremo tutti disoccupati”.
Un progetto di reindustrializzazione che ora la cooperativa, nella missiva indirizzata al Presidente della Repubblica, chiede sia tenuto in considerazione: “Riteniamo di poter dire che il panorama imprenditoriale sia stato latitante in questi 18 mesi – hanno concluso – e ci spiace constatare che il contesto politico odierno, nonostante l’attendibilità del progetto, tende ad ostracizzare o a non considerare la cooperativa di lavoratori come una soluzione all’altezza della situazione. Confidiamo nel suo appoggio come cittadino e nella sua azione di Presidente della Repubblica affinché sia resa giustizia al nostro progetto di reindustrializzazione”.

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