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Coronavirus: la Regione fa il punto con i sindaci. Scuole aperte e adeguatezza nella gestione dell’emergenza

Scuole aperte e nessuna limitazione alle manifestazioni in Toscana. Adeguatezza, proporzione e progressione, queste le linee a cui la Regione si atterrà nella gestione dell’emergenza. Il presidente Enrico Rossi, insieme all’assessore alla salute Stefania Saccardi e al presidente dell’Anci Matteo Biffoni, ha fatto il punto sulla situazione, illustrando le decisoni condivise e l’esito della teleconferenza di stamattina con il premier Conte e il commissario Borrelli.
Allo stato attuale non sussistono le condizioni per chiudere le scuole, l’invito è a non interrompere le attività scolastiche ordinarie, mentre sono vietati i viaggi di istruzione in Italia o all’estero.
“Ad ora – ha spiegato Rossi – tutti i casi sospetti che si sono manifestati in Toscana, anche quelli che poi si sono rivelati negativi, sono stati isolati e valutati. La situazione al momento appare sotto controllo e non ci sono le condizioni per giustificare provvedimenti d’emergenza come, ad esempio, la chiusura delle scuole o la sospensione dei concorsi. Ci sono solo due casi di tamponi positivi – ha aggiunto – per i quali manca ancora la conferma definitiva dal Ministero. Per il momento la situazione è sotto controllo. Non c’è un focolaio, né è stata definita una zona con la più elevata possibilità di contagio. La situazione si evolve di giorno in giorno, quindi se le condizioni cambieranno, anche le misure di controllo cambieranno”.
I comportamenti da tenere sono quelli contenuti nell’ordinanza regionale con i numeri telefonici attivati e messi a disposizione dalle tre aree vaste e che devono essere utilizzati esclusivamente da coloro che rientrano da zone di focolaio del virus oppure è stato a stretto contatto con qualcuno proveniente da queste aree e presentano sintomi di una malattia acuta alle vie respiratorie.
Chi proviene da aree a rischio, Cina, Lombardia e Veneto, ha l’obbligo di dichiararlo per non incorrere in reato penale e di stare in casa in quarantena.
Chi ha sintomi influenzali o non ha avuto rapporti con le aree di contagio deve anzitutto rivolgersi al proprio medico curante o al pediatra. Medici di base e pediatri devono necessariamente essere raggiungibili al telefono tra le ore 8 e le 20, in modo da fornire una consulenza personalizzata. La reperibilità in questa fascia oraria è obbligatoria in base ad un’ordinanza del presidente della Regione e in caso di violazioni verificate scatteranno provvedimenti disciplinari e la revoca della convenzione con la Regione Toscana.
Non saranno fatti tamponi a tappeto, né a tutte le persone in isolamento controllato, ma solo a chi presenta sintomi sospetti e ha avuto contatti con le aree di contagio.
Qualora sia riscontrata la positività, i pazienti verranno trasportati dal 118 al presidio ospedaliero dove avranno un percorso riservato così da evitare il contatto con i degenti.
“Il nostro primario interesse – ha aggiunto Rossi – è stato mettere in sicurezza i presidi sanitari. L’efficienza di ospedali e luoghi di cura deve essere tutelata prima di tutto, anche perché se davvero il virus si propagasse quei luoghi si riveleranno fondamentali. Il caso di Codogno mostra meglio di qualsiasi altro esempio quali sono le conseguenze quando ‘crolla’ la sicurezza di un presidio ospedaliero. Per evitarlo è fondamentale che si creino dei ‘corridoi’ speciali per l’isolamento dei casi sospetti, che non devono ‘impattare’ sulle normali procedure sanitarie”.

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