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Coronavirus. Binazzi Cna: “In provincia di Arezzo 45 accordi sindacali per integrazione salariale per 263 dipendenti”

“I dati sono eloquenti e fanno chiarezza, se mai ce ne fosse ancora bisogno dopo le testimonianze dirette dei nostri associati dei più svariati settori sul forte impatto negativo sull’attività aziendale dell’emergenza Coronavirus. Il tessuto produttivo artigiano della provincia di Arezzo registra danni che aggravano una situazione che mostrava già a gennaio segnali di difficoltà”.
Così si esprime Franca Binazzi, Presidente Cna Arezzo, di fronte alla fotografia dei numeri legati alla sospensione o riduzione delle attività aziendali per effetto dell’emergenza in atto.
“Dall’8 gennaio al 26 febbraio sono stati stipulati presso l’Ente Bilaterale dell’Artigianato di Arezzo ben 45 accordi sindacali finalizzati alla richiesta di interventi di integrazione salariale per 263 dipendenti, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019. Non sorprende constatare che i settori più colpiti sono il tessile-calzature-abbigliamento con 22 accordi (50% del totale) e l’oreficeria con 12 (oltre il 25% del totale). Seguono la metalmeccanica 7, alimentari e panificazione 2, legno 1 ed estetica 1.
Un dato che a livello regionale ieri ha toccato quota 274 domande.
Il punto di osservazione è quello del comparto artigiano che, non potendo beneficiare di ammortizzatori sociali ordinari come nell’industria, dispone di un Fondo ad hoc (F.S.B.A., Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato) che assiste attraverso forme di integrazione salariale le aziende e i dipendenti nei momenti di fermo o contrazione della produzione come stiamo registrando in questi giorni.
La gravità della situazione è tale per cui le parti sociali dell’Artigianato hanno sottoscritto ieri un accordo interconfederale nazionale che introduce un ulteriore specifico intervento di integrazione del reddito pari a 20 settimane per i casi di sospensione delle attività lavorative interessate dal covid-19 sull’intero territorio nazionale e quindi non solo le cosiddette zone rosse”.
E’ stato chiaro fin da subito quanto fosse importante attivare interventi immediati per limitare i danni che l’emergenza sta producendo alle nostre attività, non circoscrivendo gli interventi alle sole imprese che operano nei territori sotto emergenza sanitaria. Di fronte ad una situazione che è in continua evoluzione, vanno attuate, nel minor tempo possibile, tutte le misure necessarie per la salvaguardia delle aziende e dei lavoratori”.

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