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“Senza garanzie di sicurezza sul lavoro meglio gli ammortizzatori sociali”. Lettera aperta dei sindacati a istituzioni e categorie economiche

Lettera aperta dei segretari delle organizzazioni sindacali della provincia di Arezzo alle istituzioni e alle categorie economiche. “Le disposizioni contenute nel DPCM dell’11 marzo, pur definendo ulteriori e necessarie indicazioni, riferite alle oggettive ed effettive condizioni o possibilità di molteplici realtà produttive, commerciali e di servizio – affermano – non offrono a nostro avviso la necessaria garanzia al contenimento del Covid-19”.
molte aziende sono in difficoltà a reperire i materiali per l’ordinaria sanificazione, denunciano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Mugnai, Marco Salvini e Cesare Farinelli, nella missiva inviata al Prefetto, ai Presidenti delle Conferenze dei Sindaci, delle Unioni dei Comuni e di Confindustria, Confapi, Confartigianato, CNA, Ascom, Confesercenti, Legacoop, Coldiretti, Confagricoltura e ABI.
“Pur garantendo quei servizi e merci essenziali, facciamo appello affinché le istituzioni locali incoraggino maggiori disposizioni e controlli della pubblica sicurezza – vista, nei fatti, l’impossibilità di presidio e di controllo in loco degli organi ispettivi normalmente preposti – utili ad un’ulteriore riduzione delle attività sino, ove necessario, alla sospensione momentanea lavorativa con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in essere e in particolare quelli in discussione affinché si determini valevole sostegno al lavoro, alle famiglie e alle imprese”.
Secondo i rappresentanti della Triplice questa scelta “permetterebbe maggiore tutela per i lavoratori, per i loro cari, per la cittadinanza tutta, oltre alla difesa del nostro sistema produttivo ancora sotto la morsa della crisi ma anche per evitare il collasso del nostro Sistema Sanitario”.
I segretari concludono affermando di “essere a completa disposizione per predisporre un necessario coordinamento tra tutte le parti utile a meglio cooperare nel garantire la salute delle persone, l’occupazione e l’economia del territorio, attraverso forme ed intese specifiche nel gestire questa situazione assai critica”.

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