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Serristori. Intervengono “Figline e Incisa in Comune”, Elisa Tozzi, Venturi e la Trambusti

Ancora prese di posizione sulle vicende che stanno interessando in questi giorni l’ospedale Serristori di Figline .Interviene con una nota gruppo consiliare Figline e Incisa in Comune: “Prendiamo atto con senso di responsabilità, ma anche con preoccupazione, della recente decisione di procedere con la ‘temporanea’ chiusura notturna del servizio di Pronto Soccorso, della terapia Sub-intensiva e della Chirurgia, finora attivi presso l’Ospedale Serristori, decisione accompagnata dall’ampliamento del servizio di Medicina Generale. La risoluzione, come dichiarato dalle autorità competenti, fra le quali in primis l’Assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi, sembra obbedire a logiche organizzative dettate dall’attuale situazione straordinaria di emergenza sanitaria.Pur comprendendo le ragioni di tali decisioni e non sottraendoci al necessario e opportuno senso diresponsabilità, riteniamo che la chiusura sia di fatto una penalizzazione nei confronti della popolazione locale ed in particolar modo delle fasce più deboli ed esposte; nutriamo inoltre qualche perplessità sulla piena efficienza di una struttura sanitaria ospedaliera privata della presenza di medici anestesisti.Auspichiamo quindi- afferma il Capogruppo Ciucchi- che tale condizione mantenga i caratteri di assoluta straordinarietà e temporaneità, come ripetutamente affermato da Saccardi, e che coerentemente quindi si proceda alla riattivazione immediata dei pieni servizi non appena sarà terminata l’emergenza.”
“Occorre fare delle scelte nette e non operazioni che di fatto tendono a smantellare la struttura- dichiara dal canto suo la responsabile provinciale della Lega Elisa Tozzi- Si dica chiaramente cosa si vuole mantenere e cosa no, se per il futuro si pensa di investire ancora; non ‘a fondo perduto’, ma su progetti precisi e sulla destinazione del Presidio. Come abbiamo visto in questi giorni drammatici, il mantenimento di un sistema sanitario territoriale, di cui siano parte professionalità capaci di sacrifici enormi,deve tornare ad essere una priorità per la Regione. La politica dei tagli ha invece prodotto danno se non anche situazioni ‘incompiute’ come appunto quella del Serristori, che nei proclami si è sempre detto di voler mantenere ma che nella realtà dei fatti è stato progressivamente privato di servizi essenziali. L’ultimo in ordine di tempo il Pronto Soccorso che, in piena emergenza sanitaria nazionale, è stato chiuso nelle ore notturne. È’ arrivato il momento che Figline e il Valdarno fiorentino sappiano una volta per tutte quale futuro si vuole dare a questo ospedale.”
Sulla vicenda sono intervenuti anche Enrico Venturi, Responsabile Fratelli d’Italia Figline Incisa Valdarno e Valentina Trambusti, della lista civica Crederci Insieme. “A livello regionale, il Presidente della Regione Rossi e l’Assessore alla Sanità Regionale Saccardi, dopo aver approvato per anni tagli per depotenziare il nostro Ospedale – hanno detto – si accorgono adesso della sua importanza strategica e ne aumentano i posti letto per far fronte a tutte le richieste non legate al Coronavirus. Allo stesso tempo, però, ne approfittano per far chiudere il Pronto Soccorso nell’orario notturno e per sospendere il servizio del medico anestesista. Un completo controsenso – hanno proseguito – che mette a rischio tutti i pazienti dell’Ospedale poiché non sarà più possibile usufruire di servizi importanti come la Tac”. Trambusti e Venturi hanno poi sottolineato che, il 16 marzo scorso, la Sindaca Mugnai (“avvallando le decisioni regionali sulla chiusura del Pronto Soccorso del Serristori”), ha detto di essersi a lungo confrontata confrontata con l’Assessore Saccardi e il direttore generale della Ausl Toscana Centro, Paolo Marchese Morello sulla necessità di chiudere il Pronto Soccorso del Serristori nelle ore notturne. “Ma già pochi giorni dopo, a seguito degli scontri con le Liste Civiche che la sostengono, con un altra dichiarazione stampa – hanno aggiunto – si è scagliata contro gli stessi evidenziando l’impossibilità di garantire un servizio assistenziale adeguato a seguito del successivo trasferimento degli anestesisti. È lecito chiedersi quindi se la Sindaca nel lungo colloquio avuto, a detta sua, con gli apici dell’azienda sanitaria e con l’Assessore regionale, non fosse a conoscenza di quanto l’azienda sanitaria si preparasse a fare, ovvero a non far rimanere all’interno dell’ospedale i medici anestesisti. Se questa informazione fosse stata omessa dall’ Azienda Sanitaria riteniamo grave l’accaduto e allo stesso tempo riteniamo altrettanto grave il non aver chiesto in quel contesto le opportune rassicurazioni sulla continuazione di tutti i servizi”.

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