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Caso Rsa. Avanti Montevarchi: “Sbagliato non essersi affidati ad specialista in campo sanitario”

“Un anziano che muore è una biblioteca che brucia.” Vorremmo prendere a prestito questo proverbio africano perché meglio rappresenta quello che in queste settimane ci ha spinto a intraprendere l’azione di affrontare in un confronto pubblico perché le tante vittime, che a causa di questo tremenda pandemia, sono una doppia ferita al cuore perché non siamo riusciti a proteggere e tutelare qui soggetti che avevano più bisogno. Quello che è successo per noi è una sconfitta sociale che deve farci riflettere”.
Lo ha detto il gruppo Avanti Montevarchi all’indomani del consiglio comunale indetto per affrontare la delicata e drammatica questione legata alla Rsa cittadina, colpita pesantemente dal Covid.
“Oggi più di ieri – ha aggiunto il movimento – siamo preoccupati e consapevoli che ci siano state cose che non hanno funzionato e sicuramente martedì prossimo, in occasione del nuovo Consiglio Comunale, potremo concludere la discussione e mettere le basi per un nuovo sviluppo alla Casa di Riposo che per noi rimane un presidio da difendere”.
“Certamente – ha proseguito Avanti Montevarchi – dalle tante risposte di oggi alcune considerazioni le possiamo trarre in primis continuiamo a pensare che alle prime avvisaglie della pandemia avvalersi della consulenza di uno specialista in campo sanitario. Sicuramente una scelta del genere sarebbe stata onerosa ma non averla compiuta è stato un grave errore perché sarebbe stato un supporto tecnico importante per elaborare, vigilare e prendere le tante decisioni in modo più tempestivo prima che arrivasse il Covid19 all’interno della struttura fino a quando la ASL non è subentrata nella gestione della Asp”.
“Nel Consiglio di ieri, inoltre, – ha continuato la minoranza – abbiamo capito anche la vicenda dell’acquisto delle mascherine da parte della Farmacia comunale. Per noi è doloroso, dopo tanto tempo e dopo insistenti richieste e accessi agli atti, comprendere che le famose mascherine sono state acquistate da un calzaturificio e successivamente sono state vendute in grossi quantitativi anche ad Istituti di Credito locali. Invece di favorire una distribuzione diffusa rivolta in primis ai soggetti più vulnerabili e deboli il Sindaco e la AFM hanno preferito distribuire a operatori economici a prezzi di acquisto”.
“Nonostante le affermazioni del Sindaco, leggendo gli atti, – ha concluso Avanti Montevarchi – rimaniamo convinti che la dotazione di tutti i DPI agli ospiti della Casa di Riposo e agli operatori non della cooperativa affidataria sia un obbligo della ASP e proprio per questo la scelta compiuta dalla Farmacia (che non ha messo a disposizione della Casa di Riposo) appare ai nostri occhi illogica. A partire da quanto avvenuto riteniamo opportuno che il Consiglio comunale possa presto riflettere sul ruolo della Farmacia comunale e sulla sua funzione sociale”.

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