Cerca
Close this search box.

Valdarno: salvato dal defibrillatore. Mandò: “La rete di protezione è una formula vincente”

La rete di defibrillatori salva un’altra vita in Valdarno. Lunedì scorso alle 23,27 è stata allertata la Centrale Operativa 118 dai parenti di un uomo di 76 anni, residente a Mercatale Valdarno, per dolore toracico e malessere.
Mentre un operatore di centrale inviava i mezzi di soccorso: Automedica e Misericordia, l’altro rimaneva in contatto con i parenti che riferivano peggioramento delle condizioni del paziente. L’operatore ha consultato la mappa dei defibrillatori della provincia ed ha invitato uno dei parenti a prendere quello ubicato proprio sotto la loro abitazione.
Il defibrillatore è stato preso, portato in casa ed applicato al paziente in pochi secondi.
Questo ha permesso allo strumento di diagnosticare immediatamente un problema cardiaco e di risolverlo con poche semplici manovre eseguite dal parente sotto la guida dell’infermiere della Centrale operativa.
Dopo circa 1 minuto sono arrivati i soccorsi sanitari, il paziente è stato intubato e accompagnato all’ospedale San Donato di Arezzo dove ha eseguito una coronarografia. Risolto il suo problema cardiaco e poi è stato ricoverato in Rianimazione per proseguire le cure. In poco più di un’ora un paziente il cui cuore si era arrestato è giunto in ospedale e ha ricevuto la terapia adeguata.
“Un evento – afferma il dott. Massimo Mandò Dirigente del servizio 118 della Usl Toscana Sud Est – conclusosi positivamente grazie alla collaborazione tra cittadini e ed il nostro personale dell’emergenza e che deve essere di esempio e stimolo per il futuro.
Questo – prosegue Mandò – evidenzia ancora una volta quanto la “macchina” Arezzo Cuore sia fondamentale per la gestione del paziente critico cardiopatico: la presenza di più di mille defibrillatori sul territorio aretino gestiti e censiti dalla Centrale Operativa 118, in stretta collaborazione con tutte le Associazioni di Volontariato presenti sul territorio, permette non solo di salvare delle vite, ma anche di far in modo che i paziente sopravvivano privi di lesioni secondarie alla mancanza di ossigenazione cerebrale”.
Per la vittima di arresto cardiaco, ogni minuto che passa è importante: l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie e nel 65% dei casi l’arresto cardiaco avviene in presenza di testimoni. Per questo è ancora più importante avere persone preparate, non solo in ambulanza o in ospedale, ma anche nelle case e nei luoghi di vita sociale, la loro formazione e la capacità di saper utilizzare al meglio i defibrillatori fa la
differenza.
E’ un traguardo importante – conclude Mandò – che va mantenuto e superato aumentando sia il numero dei defibrillatori sia il personale formato all’utilizzo del defibrillatore.Ad oggi sono 4000 le persone territorio formate e preparate all’utilizzo di questi macchinari, che sempre di più si rivelano fondamentali per il primo intervento cardiaco”.

Articoli correlati