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Saldi estivi avanti piano. Confesercenti: “Per il 61,1% degli operatori il cliente è molto prudente e spende meno”

Indagine di Confesercenti sull’andamento dei saldi estivi. A una settimana dall’avvio delle vendite a prezzi scontati l’associazione di categoria della provincia di Arezzo ha condotto un sondaggio su un campione di 60 attività del settore dell’abbigliamento uomo, donna e bambino, calzature, accessori e articoli per la casa, idee regalo, argenteria e intimo. Di queste la metà nel capoluogo aretino e il resto distribuito tra Valdichina, Casentino, Valdarno e Valtiberina..
Per il 61,1% degli intervistati il cliente è molto prudente e spende molto meno; per il 22,2% in linea di massima l’andamento è lo stesso; l’11,1% registra addirittura un rinnovato entusiasmo negli acquisti e infine un 5,6% ha indicato meno presenze ma ha notato un cambiamento nell’approccio all’acquisto con il cliente che entra veloce ed acquista deciso rimanendo meno in negozio.
“Come ogni anno – commenta il direttore di Confesercenti Arezzo, Mario Checcaglini – l’associazione ha monitorato l’andamento dei saldi. La fotografia che abbiamo scattato rispecchia un andamento timoroso e in frenata. Purtroppo le condizioni sono difficili. Il 61,1% lamenta un calo di fatturato e solo il 22,2% è in linea con lo scorso anno. Nessuno ha visto aumentare le vendite e tra le vetrine a cambiare è anche l’approccio ai saldi con i consumatori preoccupati dalle prospettive economiche e dalla tutela della salute. Per fortuna c’è anche uno spiraglio: l’11,1% ha notato un rinnovato entusiasmo”.
A parlare sono anche i registratori di cassa: “Il 38,9% degli scontrini – prosegue Checcaglini – oscilla tra 50 e 100 euro; il 38,3% sono scontrini inferiori a 50 euro; l’11,1% è tra 100 e 150 euro; il 6,3% tra 150 e 200 euro ma c’è stato anche un 5,4% che ha speso oltre 200 euro”. In tema delle percentuali di sconto, il 33,3% dei commercianti hanno scelto di praticare sconti fino al 30%; il 16,7% fino al 40%; il 44,4% fino al 50% e il 5,6% oltre il 50%.
Per raggiungere la clientela ormai le aziende utilizzano anche i canali social con i quali promuovere le vendite a prezzi scontati e raggiungere i consumatori. Il 61,1% dei negozi è attivo sui social. Il 33,3% utilizza i tradizionali sms; l’11,1% utilizza il proprio sito internet, mentre il 22,3% non utilizza i social o continua ad utilizzare formule di promozione differenti dai social.
Per la stragrande maggioranza dei commercianti i saldi restano uno strumento utile per poter effettuare le vendite anche se è sulle date di avvio che si divide la categoria. “Per il 35% è giusto l’avvio dei saldi estivi a luglio; mentre per il 60% dovrebbero iniziare ad agosto. Per i saldi invernali, il 25% indica l’avvio a gennaio; il 55% agli inizi di febbraio ed il 15% sarebbe favorevole a posticiparli alla fine di febbraio. C’è poi un 5% favorevole ai saldi per tutto l’anno”.
Infine Confesercenti ha registrato il giudizio degli operatori nei confronti degli strumenti di liquidità e di sostegno al reddito promossi dal Governo per fronteggiare l’emergenza post Coronavirus tra i negozi. “Il 45% giudica gli strumenti utili – aggiunge Checcaglini -ma critica l’eccessiva burocrazia per ottenerli. Per il 40% sono invece insufficienti. Il 10% ritiene che siano sufficienti mentre il 5% ha indicato che il governo avrebbe dovuto fare di più anche a sostegno dei dipendenti”.
“L’andamento dei saldi- conclude il direttore di Confesercenti – dimostra la necessità di dover aiutare le imprese dell’abbigliamento, un settore tra i più colpiti; sarà quindi necessario sostenere le famiglie attraverso il reddito in modo che possano tornare a fare gli acquisti; questo sarà importante soprattutto in previsione della progettualità dell’utilizzo delle risorse previste dal Recovery fund”.

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