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Maxi operazione anti droga in Valdarno. 9 arresti. Quartier generale a Levane. I dettagli

Nove arresti e trenta indagati. Questi i risultati di una maxi operazione anti droga portata a termine a seguito di indagini dei Carabinieri di Arezzo, con la fondamentale sinergia della Compagnia di San Giovanni. Sgominata una organizzazione dedita alla vendita dello stupefacente nella vallata. Era Levane il quartier generale. Dalle prime ore di stamani, nella provincia di Arezzo ed in Albania, i carabinieri del Comando Provinciale di Arezzo, con l’appoggio del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 9 soggetti, ritenuti responsabili in concorso del reato continuato ed aggravato di traffico di sostanze stupefacenti. Cocaina e marijuana.
L’operazione è stata denominata “Ricavo”, in riferimento sia agli ingenti proventi dell’attività di spaccio, sia all’omonima località della frazione di Levane, nel comune di Montevarchi, dove era ubicato il quartier generale della consorteria investigata. Con i 9 provvedimenti odierni, salgono in tutto a 20 le misure restrittive eseguite nel tempo a seguito dell’inchiesta. Si tratta di 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di 3 obblighi di dimora con permanenza domiciliare notturna nei confronti di altrettanti soggetti. Sono gravemente indiziati, a vario titolo, di concorso continuato e aggravato in detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Avvalendosi anche dell’ausilio di unità cinofile per la ricerca di armi e di droga, sono state eseguite anche perquisizioni locali e personali nei confronti di 11 soggetti.
Le investigazioni, condotte dai militari della Compagnia Carabinieri di San Giovanni Valdarno coordinati dalla Procura della Repubblica di Arezzo, sono state avviate nella primavera del 2018. Le attenzioni si sono concentrate su persone – perlopiù già noti per i loro trascorsi criminali – dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nel Valdarno. Per acquistare la droga si avvalevano di canali, soprattutto di nazionalità albanese, radicati in varie località della Toscana.
Le successive indagini si sono sviluppate utilizzando tecniche investigative classiche, tra cui servizi di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati, con tecniche di sorveglianza dei siti impiegati per la suddivisione, il confezionamento e lo spaccio dello stupefacente. Allo stesso tempo, i Carabinieri hanno fatto ricorso a sofisticati mezzi tecnologici, con intercettazioni telefoniche ed ambientali-veicolari e strumenti di videosorveglianza da remoto. Ciò ha consentito di documentare dinamiche interne del gruppo, anche laddove insorgevano dei contrasti legati alla qualità del materiale, o al pagamento di alcune partite di droga.
E’ quindi emersa una fiorente attività di spaccio, svolta “in favore” di una clientela perlopiù abituale, consolidata, che si rivolgeva ai propri pusher di fiducia più volte al mese, se non a settimana, e chiamandoli per nome sui loro cellulari.
Questi traffici si svolgevano in particolare in alcuni esercizi commerciali di San Giovanni Valdarno (una pizzeria) e di Levane (un bar), e presso una proprietà immobiliare del soggetto che era al vertice del gruppo, costituita da un complesso abitativo che sorge in un vasto appezzamento di terreno a Levane. La disponibilità dell’immobile – che si trova in una zona isolata e difficilmente raggiungibile, servito sostanzialmente da un’unica strada d’accesso – ha rappresentato di per sé un ulteriore elemento di ostacolo per le indagini, poiché consentiva agli acquirenti di avere sempre a disposizione un punto di riferimento. Inoltre, data la posizione dominante del casolare, garantiva, nel caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, di venirne a conoscenza con buon anticipo, in modo da consentire agli indagati di valutare eventuali opzioni di fuga e di nascondere lo stupefacente. Proprio ai fini dell’occultamento, la vastità della proprietà e la presenza di folte macchie boschive offrivano infinite possibilità per nascondere la droga. Nonostante ciò i Carabinieri sono riusciti a portare a termine l’operazione.
Nel corso dell’attività di indagine, che si è conclusa nel gennaio del 2020, si è già proceduto all’arresto in flagranza di reato di 11 persone; al deferimento in s.l. di ulteriori 13 persone; al rinvenimento e sequestro di 110 gr. cocaina, e di 10 piante di cannabis; a documentare, mediante attività tecniche, ma anche grazie all’assunzione di vari contributi testimoniali, svariate centinaia di cessioni di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina e marijuana; alla segnalazione di 10 soggetti alla competente autorità amministrativa, quali assuntori di sostanze stupefacenti.

La conferenza stampa di questa mattina ad Arezzo con le immagini e le interviste

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