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Moby Dick Festival con Ferruccio De Bortoli: “grande lezione degli italiani in questo periodo Covid”

Seconda giornata del Moby Dick Festival di Terranuova e ottimo riscontro di pubblico, nonostante il periodo storico che stiamo vivendo e le disposizioni anti Covid attivate anche in questa manifestazione. La tensostruttura di piazza della Repubblica si è aperta con la presenza di uno dei più importanti giornalisti italiani, Ferruccio De Bortoli, che ha parlato di economia e società: i valori e le illusioni. De Bortoli è giornalista professionista dal 1975 ed è stato anche direttore del Corriere della Sera dal 1997 al 2003 e del Sole 24 ore. Presidente onorario della “Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus”, è anche a capo dell’associazione Vidas Milano e della casa editrice Longanesi. Non c’era il tutto esaurito, ma molta gente ha comunque voluto partecipare ad un evento giunto ormai alla terza edizione, che è stato posticipato ad ottobre a causa della pandemia.
Prima dell’intervento principale il sindaco Sergio Chienni ha ricordato la figura di Liliana Segre, ieri mattina a Rondine per una cerimonia a cui hanno preso parte le più alte cariche dello stato. C’è stato anche un ricordo e una lettera aperta alla senatrice. Poi il Moby è entrato nel vivo. De Bortoli è stato intervistato dalla giornalista Lina Palmerini, caposervizio e giornalista parlamentare e dal 2012 quirinalista del quotidiano Il Sole 24 ore. La prima domanda è stata sul Covid e sul comportamento del popolo italiano di fronte alla pandemia.
“Io penso che gli italiani si siano comportati molto bene e abbiano dato una grande dimostrazione di disciplina. Sono convinto – ha detto De Bertoli – che il capitale sociale del nostro paese, fatto di relazioni e di comunità sia molto forte. Abbiamo dato una grandissima prova di maturità. Questo credo che sia una base straordinaria sulla quale investire. Parliamo in questi giorni di negazionisti. I nostri sono negazionisti da operetta o da avanspettacolo – ha continuato il giornalista -. Pensate a quello che è successo in Germania, a Berlino, con 30.000 persone a sfilare negando il virus con l’appoggio di una forza politica. Una manifestazione che aveva tutta una serie di riferimenti nazisti molto inquietanti. Se fosse stata organizzata a Roma con riferimenti fascisti ci avrebbero giudicato molto male. E’ vero, noi abbiamo avuto la movida, gli assembramenti, qualche discoteca aperta, ma nel complesso siamo stati bravi. Io credo alla forza delle comunità, della solidarietà – ha proseguito – . Ci siamo trovati ad affrontare un nemico invisibile dando soccorso alle persone in difficoltà. In Italia abbiamo un volontariato straordinario, molto più forte rispetto ad altri paesi. Ne dobbiamo essere consapevoli ed orgogliosi”.
La serata prosegue con la presenza di Alessandro Barbero, che 1996 ha vinto il Premio Strega. Saltato, come noto, l’appuntamento con Carlo Calenda, che a causa della recrudescenza del Covid ha deciso di sospendere, per il momento, ogni iniziativa pubblica e anche quello con Arno Camenisch.

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