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Giulia Mugnai: “bene il chiarimento della Asl sui tamponi, ma presto riapriremo un tavolo istituzionale sul Serristori”

La sindaca di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai è intervenuta in merito alla nota della Asl di ieri sera, in riferimento all’esecuzione tamponi al Serristori, dove l’area di attesa per i test era stata allestita a scapito del reparto di Medicina.
La Mugnai ha ricordato che fin da subito, come amministrazione comunale e insieme alle associazioni del territorio, c’era stato un impegno per sollecitare l’Ausl a ripristinare la Medicina A e B. “Sacrificare un intero reparto, seppur per l’emergenza sanitaria in corso, ci sembrava inaccettabile – ha detto – , dal momento che i nostri cittadini si sarebbero ritrovati a non poter avere l’assicurazione di un percorso di cura completo (che include la degenza) nel presidio figlinese”.
La soluzione attualmente trovata dall’Asl prevede, invece, il ripristino del reparto di Medicina e una soluzione alternativa per l’esecuzione tamponi, a Ponte a Niccheri, con la presenza di un macchinario dedicato a processare i tamponi provenienti dal Serristori, con trasporto immediato e risposta rapida.
“Nonostante queste rassicurazioni, però, e nonostante a Figline sia stato liberato (e restituito) un intero reparto al nostro presidio ospedaliero (che ricordo essere No Covid), già nei giorni passati ho avuto modo di confrontarmi con il Presidente Giani – ha aggiunto la sindaca -. Non appena sarà nominato l’assessore alla Sanità potremo riaprire il tavolo istituzionale sul Serristori, in modo da riprendere in mano gli impegni sino ad ora disattesi dall’Asl e definire, una volta per tutte, quali sono e quali saranno le funzioni di lungo periodo del nostro ospedale”.
“Un impegno, quello del Presidente Giani, coerente con ciò che ha rappresentato più volte pubblicamente, anche durante la sua visita a Figline, quando ha sottolineato l’importanza di investire e di rafforzare gli ospedali territoriali, perché sono presidi di vicinanza fondamentali e utili (anche) a reggere l’urto di emergenze come quella del Coronavirus”.

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