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Medico valdarnese salva la vita ad un paziente con una funzionalità cardiaca ridotta al 15%. Straordinario intervento a Bologna

Un medico del Valdarno ha salvato la vita ad un paziente di 66 anni malato di cuore che aveva una funzionalità ridotta al 15% a causa di una gravissima patologia. Per l’intervento è stato messo a punto un particolare dispositivo ad altissima tecnologia. La notizia arriva da Bologna e precisamente dal Villa Torri Hospital, struttura di alta specialità per la cura delle patologie cardiche, dove opera il dottor Mauro Del Giglio, cardiochirurgo valdarnese, che ha fatto parte dell’équipe che ha operato un uomo con un quadro clinico complesso. A causa delle gravi condizioni cardiache, non poteva sopportare un classico intervento cardiochirurgico di bypass. L’équipe di Emodinamica di Villa Torri Hospital di Bologna ha quindi adottato un approccio chirurgico multidisciplinare che ha richiesto il supporto di ECMOlife, un innovativo dispositivo per la circolazione extracorporea.
È la prima volta che questo macchinario viene impiegato in un intervento di Emodinamica. Il dottor Del Giglio, che è responsabile dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia, ha lavorato insieme all’équipe di Emodinamica della struttura bolognese, coordinata dalla dott.ssa Chiara Grattoni, e il dott. Stefano Tonioni, specialista in Cardiologia Interventistica ed Emodinamica. Come hanno precisato dall’ospedale felsineo, il paziente presentava una cardiopatia dilatativa con importante affanno respiratorio. Si tratta di una patologia del muscolo cardiaco che riguarda in particolare il ventricolo sinistro che si dilata e non riesce a pompare il sangue a causa della compromissione della sua contrattilità, provocando un importante deficit degli organi, tra cui i polmoni. Tra i fattori di rischio vi è ipertensione arteriosa, colesterolo alto, cattive abitudini legate al fumo, diabete e famigliarità. Il grave quadro clinico del paziente (iperteso, fumatore, con alti valori di colesterolo), dovuto ad un infarto avuto 10 anni prima e aggravato dal progredire della patologia ostruttiva, ha richiesto una pianificazione dettagliata dell’intervento.
Gli esami diagnostici pre-operatori avevano evidenziato, tramite la coronarografia, un’arteria completamente chiusa e altre due occluse al 90%. La funzionalità cardiaca risultava limitata al 15% e intervenire con un classico intervento chirurgico di angioplastica o bypasss sarebbe stato estremamente rischioso. Così i medici hanno optato per un particolare dispositivo ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation) per la circolazione extracorporea assistita, in grado di sostituire temporaneamente la funzione del cuore e dei polmoni. Si tratta di una pompa centrifuga a levitazione magnetica ideata per l’utilizzo sia presso strutture ospedaliere sia in ambito extra ospedaliero.
“L’intervento di dilatazione dell’arteria che teneva vivo il cuore era estremamente delicato – spiega il dott. Del Giglio –. La procedura di dilatazione e impianto dello stent nell’arteria parzialmente occlusa ci aveva fatto sorgere il timore che il cuore potesse, senza un supporto adeguato, fermarsi o dare problemi in fase acuta. Con l’utilizzo di ECMOlife, le funzioni cardiaca e respiratoria erano temporaneamente svolte dal dispositivo, supportando così il sistema cardiovascolare e permettendo di eseguire l’angioplastica per riaprire la coronaria occlusa in totale sicurezza”. L’intervento ha permesso di risolvere la stenosi coronarica, ha consentito un maggiore afflusso di sangue e di conseguenza un miglioramento della funzione del cuore. Dopo la procedura, il paziente è stato gradualmente “svezzato” dalla macchina e trasportato in terapia Intensiva con attività cardiaca spontanea. Il giorno successivo è stato trasferito in reparto e dopo quattro giorni è stato dimesso. Dopo un periodo di valutazione clinica verrà valutata anche l’opportunità di impiantare un pacemaker bi ventricolare che permetterà al 66enne di tornare gradualmente alle sue attività quotidiane.

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