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Casi di Covid al Serristori. Fdi e Gruppo Misto. “La sindaca doveva chiedere prima chiarimenti alla Asl”.

I rappresentanti di Fratelli d’Italia Valentina Trambusti ed Enrico Venturi e i consiglieri del gruppo misto Silvio Pittori e Giorgia Arcamone hanno commentato le ultime vicende legate al Serristori, con i casi di positività segnalati ieri “Abbiamo appreso che almeno tre pazienti ed alcuni operatori” dell’ospedale di Figline sarebbero risultati positivi al Covid – hanno spiegato -. Dal resoconto offerto dal Sindaco, sembra che una degente, risultata negativa al momento del ricovero, sia risultata positiva all’accesso presso un altro presidio. Ciò riporta alla memoria quanto accaduto mesi fa, quando all’interno di una importante struttura sanitaria del nostro territorio si ebbero dei casi di Coronavirus”.
I quattro esponenti della minoranza hanno ricordato che, in quell’occasione, la consigliera Arcamone chiese alla sindaca se il Covid era entrato all’interno della struttura convenzionata a seguito del ricovero nella stessa di pazienti provenienti dall’ospedale Serristori. “Il sindaco aveva dichiarato che le quattro persone che erano arrivate presso la casa di cura dall’ospedale Serristori avevano prima effettuato un test con tampone che era risultato negativo e solo dopo erano state trasferite a Frate Sole. Quindi non si era verificata una positività presso il presidio ospedaliero”. “A questo punto la domanda è lecita – hanno aggiunto Pittori, Arcamone, Trambusti e Venturi -: non sarà che anche in quel caso i pazienti avessero contratto la malattia nel presidio ospedaliero sfuggendo al tampone in fase di dimissione ma comunque in fase di incubazione? E’ una domanda che nel consiglio comunale del maggio 2020 è rimasta senza risposta e che riporta adesso alla ribalta la gravità di una situazione rispetto alla quale il Serristori sembrava immune. Ma la vera domanda che sorge, leggendo le dichiarazioni del primo cittadino di ieri pomeriggio, è se il Sindaco fosse tenuto ad attendere questi nuovi casi per chiedere “con fermezza” chiarimenti alla ASL, o se avrebbe dovuto farlo ben prima, magari proprio in occasione del caso sottoposto alla sua attenzione nel corso del consiglio del maggio 2020. Certo, meglio tardi che mai – ha concluso l’opposizione -, ma nel caso di specie sarebbe stato meglio prima che dopo. L’augurio è quello che la situazione non peggiori esponendo qualche reparto al rischio chiusura”.

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