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E’ morto Benito Di Mella, storico imprenditore del Valdarno. La sua storia iniziata negli anni ’60

Un altro lutto in Valdarno nel mondo dell’imprenditoria. Dopo la recente scomparsa di Lorenzo Parigi, nelle ultime ore è deceduto all’ospedale San Donato di Arezzo, dove era ricoverato in terapia intensiva per un aggravamento delle condizioni di salute legato anche all’epidemia di Covid, Benito Di Mella, 78 anni, storico imprenditore, a capo di una nota concessionaria Ford ed ex dirigente appassionato dell’Aquila Calcio. Il figlio Alessio ha indossato le casacche del Montevarchi e della Sangiovannese. Un personaggio di spicco del mondo economico della vallata, che nel 2015 venne premiato dall’allora sindaco di Montevarchi Francesco Maria Grasso per i suoi 50 anni di attività imprenditoriale nel territorio.
Proprio in quell’occasione fu ricordato il suo percorso professionale, con una storia iniziata negli anni sessanta, quando riuscì ad aprire la sua prima autofficina. Nella primavera del 1960, neanche diciottenne, prese di nascosto la lambretta del padre e fuggì da Benevento, dove viveva, per raggiungere Montevarchi, città nella quale risiedeva una sua sorella.
In quei tre giorni che lui impiegò a raggiungere la Toscana, Benito fu cercato da carabinieri e polizia e solo dopo il suo arrivò avvertì la famiglia. La sua fuga era dettata dal desiderio di trovare un lavoro che gli piacesse e fosse meglio pagato e il suo sogno era quello di trovare una occupazione nelle officine di riparazione delle auto.
Gli capitò la prima occasione all’officina della Simca di Papini, poi in un’officina a Levane fino al trasferimento alla Fiat Bagiardi a San Giovanni Valdarno.
Intanto aveva iniziato anche a condurre macchine a noleggio libero, prima con una Fiat 600 e poi con la mitica Fiat  1100, portando persone a vedere gare sportive o giovani a ballare a Firenze.
Ma quelli erano gli anni della costruzione dell’autostrada e finalmente arrivò l’assunzione in una delle ditte che lavorava per la riparazione dei camion. Arrivò anche il primo stipendio vero, 120 mila lire al mese e una vita più agiata. La fuga di Benito aveva prodotto i risultati sperati, tanto che anche i suoi genitori lo raggiunsero a Montevarchi.
Ma lui era ambizioso e nel 1964, dopo il militare, aprì la sua prima officina in città in via Trieste. Poi il primo trasferimento sempre lungo la stessa via con un dipendente, e successivamente in via Burzagli con tre lavoratori, fino ad arrivare all’attuale sede in via Marconi nel 1978, con ben 13 dipendenti. Di Mella è stato concessionario della Ford dal 1966, quando divenne officina autorizzata.
Ma il suo legame con Montevarchi non è stato solo quello imprenditoriale, ma anche quello legato allo sport. Dirigente dell’Aquila Calcio già nel 1965 (quando ancora la sede era in via Roma), Benito Di Mella è sempre stato stato legato alla squadra della sua città. Che adesso lo ricorda con affetto. Non a caso è uscito sul profilo Facebook della società rossoblù un post di condoglianze. Ma è una grave perdita anche per il Valdarno. Perchè Di Mella è stato un imprenditore importante per tutta la vallata. Alla famiglia le condoglianze dell’intero staff di Valdarno 24.

Le immagini della premiazione di Di Mella nel 2015 dall’allora sindaco Grasso

 

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