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Calcio dilettanti e gare rinviate. L’analisi di Leonardo De Nicola: “Se si scivola nell’autoreferenzialità, si chiude”

Che fosse una stagione per i dilettanti del calcio e per lo sport di base impossibile da portare avanti non era dentro la palla di vetro ma…nella mente delle persone di buon senso.
Fra chi scrive di calcio nella vallata solo il sottoscritto e l’amico Marco Corsi avevano sollevato più di un dubbio sulla regolarità e sulla necessità di disputare una stagione sportiva in queste condizioni e con questi parametri sanitari di fatto impossibili da mantenere. Anche se in qualche modo si fosse giocato poi, alla fine della fiera, sarebbe stato uno spettacolo per pochi intimi, per gli addetti ai lavori e poco più, un contenitore svuotato da interesse e passione popolare. Si dirà…anche il calcio maggiore ha le stesse problematiche. Ma qui si parla di un altro mondo quantitativamente più vasto e, soprattutto, in grado di avere una copertura televisiva costante e completa.
I dilettanti e forse anche la serie C e la serie B senza poco o tanto pubblico sugli spalti sviliscono a spettacolo di terzo ordine e provocano nel pubblico stesso una reazione uguale e contraria in fatto di interesse. I dirigenti nella loro stragrande maggioranza hanno ancora una volta visto non più lontano del proprio naso e qui sta per me l’errore grave. Essere stati lungimiranti in questo caso avrebbe significato mettere le cose in chiaro prima di partire e, soprattutto, rendersi conto dell impossibilità di giocare in queste condizioni tutt’altro che normali. Sentire oggi i dirigenti piangere miseria dopo una serie di errori a catena mi fa sorridere….,visto che in questi mesi si è visto soprattutto un eccesso di autoreferenzialità, uno stringersi intorno ad un recinto privato fuori da ogni logica .
Quando si dice che il calcio è della gente non è una frase fatta e messa lì ma corrisponde alla verità in uno sport che lega gran parte del successo alla appartenenza ed alla partigianeria stessa che è poi frutto della partecipazione. Insomma l’errore non è l’inevitabile stop ma l’errore è stato quello di incominciare. Chiamate poi in questi giorni a decidere se continuare o meno (cosa abbastanza singolare ), le società di serie D si sono espresse per proseguire a larga maggioranza. La Sangiovannese realisticamente ha detto di no, a mio parere l’unica risposta possibile in questo momento.
Il mio pensiero ricorrente più che alle prime squadre va in questi giorni non facili al movimento di base ,ai ragazzi privati della sana pratica sportiva e a tutto ciò che gira intorno ….I rischi di uno stop prolungato certo ci sono per i dilettanti: in primis una possibile disaffezione e dei dirigenti e dei tifosi sempre più abituati a passare le proprie domeniche in luoghi che non sono gli stadi e gli impianti sportivi. E poi la contrazione economica che la pandemia porta con sé e che costringerà inevitabilmente a rivedere tutto il sistema. A patto che per davvero i dirigenti la smettano di non vedere oltre la punta del proprio naso.

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