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Caso palestra. La Lega: “Favorevoli ad una commissione d’inchiesta. Si faccia piena luce”

La Lega Salvini Premier interviene sulla diatriba che si è scatenata in consiglio comunale a San Giovanni in merito alla palestra che sarebbe dovuta sorgere nella zona nord della città. Prima la polemica è scoppiata tra la Provincia di Arezzo e il Comune di San Giovanni. Poi si è spostata all’interno del parlamentino, con un botta e risposta durissimo tra i 5 Stelle e le Liste Civiche, senza contare l’attacco che il centro sinistra ha fatto ai civici. Insomma, una bagarre in piena regola, sulla quale adesso prende posizione il Carroccio, che fino ad ora era rimasto in silenzio.
“Sono passati oltre 14 anni dal lontano 2006, allorché al comune di San Giovanni furono elargiti ben 540.000 euro a titolo dell’ 80% di un importante cofinanziamento di un opera pubblica e segnatamente di una palestra di cui oggi, ed è un altro fatto incontrovertibile non c’è traccia, nonostante sempre la provincia abbia fornito nel pieno rispetto degli impegni un progetto esecutivo e ceduto anche terreni – ha spiegato Simone Badii, commissario della Lega in Valdarno -. Da allora nel comune si sono avvicendate diverse amministrazioni (per onore della cronaca tutte di centrosinistra) e, a quanto pare, alla prova dei fatti, nessuna di esse ha portato a compimento quanto dovuto e si era impegnata a fare. E questa è storia e non narrativa”.
Alla Lega risulta poi che la Provincia di Arezzo abbia continuato a sostenere spese di locazioni e oneri accessori per garantire comunque una palestra agli studenti “per centinaia di migliaia di euro tratti da soldi pubblici che non sono dell’ente provinciale o della presidente, ma soldi di tutti noi cittadini valdarnesi, tanto che complessivamente di palestre se ne sarebbero potute costruire almeno due”.
Secondo il Carroccio è insomma arrivato adesso il momento di vederci chiaro e ha attaccato l’amministrazione comunale, accusata di “aver avanzato pseudo proposte o progettazioni assolutamente ridicole accompagnate da disegni che tutto sono meno che progetti tecnici,  e di voler ora costruire in un area che lo stesso comune ha dichiarato a rischio
idrogeologico e con finanza di progetto, procedimento ad evidenza pubblica assai complesso di cui mancano i presupposti sia di fatto che di diritto”.
Simone Badii ha quindi sottolineato che l’istituzione di una commissione di inchiesta è il minimo necessario, anche perché nulla impedisce che durante questi lavori le procedure possano andare avanti. “Noi vogliamo solo che sia fatta luce e che emergano le responsabilità di questa vicenda, anche se non penalmente rilevanti – ha proseguito  -. Non è pensabile che un’amministrazione non utilizzi o dirotti i fondi per la costruzione di un opera e faccia passare quattordici anni senza rendere conto ai sui cittadini. Mi stupisco inoltre dell’alzata di scudi da parte di alcune forze politiche (di maggioranza o falsa opposizione) in favore della non trasparenza dichiarandosi contrarie all’istituzione di una commissione di inchiesta che non inficerebbe in alcun modo l’attività del comune e le indagini della Corte dei Conti”.
“Siamo stati additati come quelli che non vogliono la palestra – ha detto ancora Badii – , ma vorrei far presente che tutta questa fretta nel portare avanti il progetto come se fosse un’emergenza ci fa venire il dubbio che si voglia costruire un muro sulla vicenda stessa, senza contare poi che, se la Corte dei Conti desse ragione alla provincia, che ne sarebbe dei soldi spesi per l’inizio dei lavori? Non influirebbero sul già disastrato bilancio del comune? Detto ciò ci auguriamo che le forze politiche di maggioranza e i 5 Stelle collaborino realmente per avere un quadro chiaro su tutta la vicenda”.
Non ci interessa difendere né la Presidente della Provincia né accusare il sindaco del Comune – ha concluso la Lega – . A noi interessa soltanto che i cittadini del Valdarno abbiano una loro struttura a cui hanno diritto visti i (loro) soldi già immobilizzati da tempo. E per far questo prima ancora di procedere e camminare sarà anche bene vederci chiaro. Diversamente, la storia insegna, si rischia di andare a battere contro un muro. E con questo speriamo di chiudere definitivamente gli argomenti. Chi ha sbagliato sarà chiamato a pagare”.

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