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54 anni dall’alluvione di Firenze: l’impegno del Consorzio 2 Alto Valdarno per la sicurezza dell’Arno

Lo stato di salute dell’Arno a 54 anni dall’alluvione di Firenze ieri è stato al centro dell’incontro webinar ‘1966-2020 – Dalla grande alluvione dell’Arno agli eventi meteo-climatici sempre più estremi e devastanti. Analisi dei rischi e della prevenzione dalle mappe delle Autorità di Distretto idrografico italiane’. Organizzato dalle Autorità di distretto dell’Appennino Settentrionale e Centrale ha visto tra gli intervenuti anche il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Roberto Morassut; Angelo Borrelli, capo della protezione civile nazionale; il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani; l’assessore all’ambiente Monia Monni; i Segretari dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale Massimo Lucchesi e dell’Appennino Centrale Erasmo D’Angelis e il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Nell’occasione si è parlato del ruolo svolto dai Consorzi di Bonifica nella difesa idrogeologica e il Presidente di ANBI Toscana Marco Bottino ha riepilogato anche il lavoro del Consorzio 2 Alto Valdarno, che nel suo territorio ospita l’origine del fiume.
Per ridurre il rischio idraulico e idrogeologico, in particolare, sono stati programmati interventi di manutenzione annuale lungo tutto il corso e un piano tagli che tra il 2019 e il 2020 ha migliorato la funzionalità idraulica lungo l’intera asta, dal Casentino al Valdarno, con un investimento complessivo superiore ai 2,2 milioni di euro. E ancora la manutenzione straordinaria nel tratto urbano di San Giovanni dove, con un’operazione da oltre 1 milione di euro, si sta tamponando una grave erosione in riva destra.
“Oggi, grazie anche alla cura del Consorzio – ha commentato Serena Stefani, Presidente dell’ente – oltre ai numerosi interventi strutturali messi a punto dalla Regione Toscana nel corso degli anni, il fiume fa meno paura ed è tornato ad essere amato e vissuto dai cittadini, come dimostrano le numerose e partecipate iniziative con cui il CB2, insieme a tanti partner, è riuscito a riportare i cittadini sulle sue sponde, da Pratovecchio Stia, dove nasce ed è poco più di un torrente, fino a Rignano sull’Arno dove acquista le dimensioni e l’aspetto che tutti conoscono”.

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