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Confcommercio Toscana: “Sciopero fiscale per 50mila imprese” 

La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini ha scritto al presidente della confederazione nazionale del terziario Carlo Sangalli per comunicare l’imminente “sciopero fiscale” per 50 mila imprese toscane che dunque non pagheranno più tasse ed imposte a loro carico.
Come ha spiegato la presidente di Confcommercio “nulla a che fare con l’evasione o l’elusione fiscale, fenomeni che l’associazione di categoria condanna, ma una ribellione pacifica e silenziosa – attacca Lapini – contro un sistema statale che continua a trattare le imprese e i professionisti come “bancomat”, senza tutela né rispetto. Soprattutto, senza riconoscerne l’importanza: prima dell’era Covid, solo in Toscana le imprese di commercio, turismo e servizi (214mila sul totale di oltre 410mila) garantivano il 75% del Pil (77 miliardi di euro) e il 64% dell’occupazione con 718mila lavoratori impiegati (dati Format Research per Confcommercio Toscana). Poi, nel 2020, il brusco stop imposto dalla pandemia, che già ha portato i consumi indietro di trenta anni (in Toscana si sono perduti 2.700 euro a testa, secondo le stime Confcommercio) e che ora rischia di compromettere l’esistenza di un intero sistema imprenditoriale”.
Come affermato, infatti, questa strada verrà intrapresa per il semplice fatto che le aziende del territorio non hanno più risorse economiche e per tale motivo non possono permettersi di non pagare dipendenti e fornitori.
 “Le nostre aziende sono attonite, atterrite e disorientate da una situazione mai vista prima, che sta producendo effetti disastrosi ben al di là di ogni peggiore previsione”, – afferma Anna Lapini – noi che abbiamo chiesto sempre e soltanto di poter lavorare al servizio dei nostri clienti e delle nostre città, ci troviamo oggi nell’impossibilità di farlo per motivi non certo imputabili a nostre responsabilità. Ma mentre ci è di fatto impedito, per legge, di lavorare e quindi di fatturare e di incassare, chi ci governa non si è preoccupato di fermare i costi delle nostre aziende, che invece continuano a correre”. 
Anche il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni ha voluto sottolineare l’assoluta liceità dell’iniziativa che coinvolgerà 50mila imprese toscane del terziario. “Si tratta di una azione di protesta collettiva che rientra nell’ambito di molti dei diritti presenti nella Costituzione della Repubblica Italiana – ribadisce Marinoni – non dimentichiamo che, sempre in base alla nostra Costituzione, sarebbe compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Uno scenario tremendo verso il quale sono dirette le imprese toscane e non solo. Proprio per questo infatti “abbiamo deciso di alzare la voce – conclude la presidente Anna Lapini – e fare di tutto per impedire il progetto di liquidazione di un intero settore economico, quello del commercio al dettaglio. Ci batteremo fino all’ultimo per la sopravvivenza delle nostre attività e di quel pezzo importante del sistema che noi rappresentiamo, senza il quale siamo convinti che il nostro paese sarebbe peggiore”

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