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Pensieri in libertà di Leonardo De Nicola. “Angolazioni….molto diverse”

Da sempre sono incuriosito da tutte le nostre abitudini e modi di vivere che,
con il passare del tempo, hanno completamente ribaltato il sentimento comune acquisendo via via un giudizio ed un sentire negativo e, a volte, pesantemente e giustamente disdicevole.
Avendo purtroppo e per fortuna attraversato già molti anni di vita, alcune per così dire le ho personalmente sperimentate assistendo alle ..mutazioni.
Per esempio mio nonno mi raccontava come suo suocero (primi anni 30 del 900) andava in giro per Figline lamentandosi perché nessuno dei 3 generi balzati in casa quasi contemporaneamente fosse dedito al …fumo.
Considerato all’epoca a quanto pare più una virtù che un vizio pernicioso per la salute, un tocco di sano maschilismo che portava anche i…non fumatori ad accendersi di tanto in tanto una bella “nazionale” o una “Macedonia” (per darsi un atteggiamento ..).
In maniera diametralmente opposta era invece considerata la donna che “fumava”, supremo esempio di sfrenato libertinaggio e di altro ancora.
Sempre per esperienza diretta ,ho ben vivo il ricordo di quando mia madre mi accompagnava con la sorella allora piccola ad attendere nonno, zio e babbo di ritorno dalla prima battuta di caccia (oggi sarebbe una pessima educatrice). E già mi pare di rivedere la 124 color verde bottiglia coi trofei di guerra esposti sul cofano insanguinato ed esibiti con fare trionfale e senza conoscere pudore o vergogna anzi…
Una società profondamente maschilista divideva i compiti in maniera precisa: se oggi l’uomo che non aiuta nelle faccende domestiche è considerato un fannullone ed un approfittatore vi era un tempo neanche lontanissimo che qualsiasi incombenza fra le mura di casa tipica delle donne era vista nella parte maschile come effeminata, schernita, osteggiata.
E così l’uomo che non andava al bar si diceva nel volgo comune ….non va neanche mai fuori, non ha passioni… perché nello standard le passioni affidate all’universo maschile erano in maniera esclusiva il bar il gioco, la politica e lo sport non di certo stare a fare il giardino o l’orto dietro casa.
Solo negli anni… si è scoperto come sia bella la condivisione genitoriale del parto. Prima era un tabù, un sacrilegio e le stanze della puerpera erano occupate da decine di femmine ma da nessun maschio e l’iconografia del futuro padre lo relegava nell’attesa a passeggiare tirando una sigaretta dietro l’altra.
Insieme a cose che fanno anche sorridere (mai passare davanti al bar e agli amici spingendo la carrozzina del figlio appena nato, c’è la mamma per questo…), la sfera del cosiddetto “normale” toccava anche tasti molto più dolorosi e profondi che soltanto divertenti .
Senza andare ai fratelli Lumiere ma al cinema degli anni 70 e persino anni 80 e 90 troviamo pellicole dove il politicamente corretto non usava ancora. Ricordo per esempio la fortunata serie delle vacanze dei fratelli Vanzina dove abbondavano le battute grevi e retro’ su uomini di colore e omosessuali ….
Di recente poi il grande giornalista Indro Montanelli è stato al centro di una polemica revisionista per aver dichiarato in più occasioni (parliamo degli anni dal 70 al 90) di aver avuto rapporti sessuali con bambine tredicenni africane al tempo dell’impero mussoliniano. Cosa all epoca (ma parliamo di 25 anni fa) ritenuta semi normale o vissuta senza eccessivo scandalo, in barba ad ogni elementare forma di rispetto. E poi ….le ragazze africane sviluppano prima si diceva, come a mondarsi le gravissime colpe.
E le persone con gli handicap esibite nei circhi equestri per l’insano godimento delle persone? Nel Rinascimento la marchesa di Mantova Isabella d’Este inaugurò alla corte di casa Gonzaga la gran moda dei nani, subito fatta propria dalle altre signorie. Esisteva una specie di nano mercato alla stregua degli sportivi di oggi ed il valore aggiunto era rappresentato dalla misura di questi poveretti condannati a sollazzare la corte con le danze, le buffonate e, non di rado, le avventure di letto – di questi tempi nasce la leggenda del nano sessualmente dotatissimo – . Alcuni di loro raggiunsero una certa popolarità come ci hanno tramandato gli scritti del Vasari, del Boiardo e dell Ariosto o come ci ha raffigurato il Bronzino nel celebre ritratto del nano Morgante alla corte medicea di Cosimo il Vecchio.
Ma solo fino a pochi anni fa il nano al circo era un classico come il leone o il trapezista di turno.
Vogliamo poi parlare della mutata sensibilità verso i cari nostri animali? Proprio in questi giorni ho rivisto il bel documentario sul carnevale sangiovannese del 1953 ad opera del grande cineamatore Beppe Corsi: osservando la corsa dei ciuchi nel centralissimo corso Italia la mia attenzione di uomo che vive nel 2020 non è stata catturata dall evento in se e per se quanto da una persona (presumo all epoca stimatissima) che accompagnava il povero animale a suon di frustate fra gli applausi e lo sghignazzare degli spettatori. Una scena brutta e fastidiosa che, con gli occhi di trenta o quaranta anni fa non avrebbe provocato la medesima reazione.
E poi i cani tenuti alla catena per intere giornate senza per questo provocare reazione e indignazione salvo che in poche persone considerate “strane”, i primi animalisti.
E lo sport? Altro che di tutti e per tutti. Scordatevi quello amatoriale e le attuali frotte di ciclisti e podisti lungo le nostre strade…. Un grande sportivo troppo in fretta dimenticato come Sirio Tempi mi raccontava che quando usciva per allenarsi correndo lungo la riva del fiume Arno veniva apostrofato dai passanti ed il …vai a lavorare… era il più gentile degli insulti. Insomma, fare attività fisica, a differenza di oggi, era visto come un inutile perdita di tempo, qualcosa sottratto a cose più importanti alla faccia della forma fisica e della dieta. La dieta, parola sconosciuta in un mondo dove l’adipe non era ghettizzato, anzi. Alla tavola, specie se si era invitati, era doveroso fare festa ed era ben visto colui che saziandosi come un porcello all’ingrasso faceva fare bella figura alla cuoca e alla famiglia. Viceversa era considerato molto male lo schizzinoso e l’inappetente che non gradiva; la linea poteva attendere se di linea si parlava (ma dubito fortemente).
E le scuole aperte ? Si, ma solo il primo giorno, di regola il 1 di ottobre dove ciurme di nuovi studenti scoprivano per la prima volta le aule e gli ambienti, sparati in un mondo temuto e solo immaginato. Sarebbe stato come togliere sacralità ed autorità all’ istituto farne una conoscenza preventiva..
Si potrebbe durare a lungo, che dire… Certo, era un mondo peggiore e su questo oggi vale la pena di convenire guardando il passato senza eccessive nostalgie. Non tutto era da buttare certamente ma quasi tutte le nuove “angolazioni” vanno per fortuna nella giusta direzione e nella logica del buon vivere comune. Buona domenica a tutti.

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