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Ripercussioni della pandemia sull’occupazione. Salvini, Cisl: “Penalizzati soprattutto edilizia, moda e terziario”

“Solo quando terminerà il blocco dei licenziamenti potrà essere stilato un bilancio veritiero dei costi della pandemia in termini occupazione per il Valdarno, ma già adesso i dati non sembrano incoraggianti”. Marco Salvini, segretario generale della Cisl per la provincia di Arezzo, ammette che al momento è difficile prevedere il futuro specie se la situazione di emergenza attuale dovesse proseguire.
“Il comprensorio dipende in larga misura dal manifatturiero – spiega – e, stando agli ultimi dati, molte aziende, soprattutto della moda, hanno fatto ricorso spesso alla cassa integrazione. Chi utilizza di più l’ammortizzatore sociale probabilmente presenterà anche un saldo occupazionale negativo. Il Covid ha aggravato le criticità di imprese già in situazioni difficili prima dell’emergenza”. Del resto più di un terzo delle ditte del comparto nel territorio aretino, specie piccole e medie aziende satelliti delle numerose griffe del fashion, ha sede in Valdarno e occupa migliaia di addetti contribuendo in modo decisivo al reddito delle famiglie. “E’ anche uno dei primi settori che potrebbe ripartire in fretta – riprende Salvini – ma è indubbio che il lockdown abbia portato a un’inevitabile contrazione delle vendite con ripercussioni generalizzate per la produzione”.
E se qualche spiraglio di ripresa arriva dalla meccanica, che nella valle registra la presenza di industrie di eccellenza, preoccupa lo stallo dell’edilizia “che ha moltiplicato in maniera esponenziale le richieste di cassa integrazione – continua il segretario. Dal nostro monitoraggio inoltre si evince che le manutenzioni degli appartamenti si sono ridotte all’osso e come sappiamo bene stentano a decollare anche le grandi opere”. E poi il terziario e i servizi: “Molti imprenditori non riapriranno e fino a pochi mesi fa non potevano contare neppure sul salvagente degli ammortizzatori sociali. Il Governo è intervenuto con la cassa in deroga ma non è bastato per far rialzare la saracinesca a tutte le aziende”.
“Ci troviamo a vivere un periodo assolutamente inedito. Da 44 anni sono nel sindacato – a primavera saranno 12 i miei anni da segretario provinciale della Cisl – e ho visto che il Valdarno ha la capacità di reagire anche alle crisi più nere, come quella a cavallo degli ’80 e ’90 caratterizzata da chiusure a catena di fabbriche e da centinaia di posti di lavoro persi. Ma fu una fase di trasformazione che grazie anche all’arrivo del gruppo Prada sfociò in un nuovo sviluppo. Ora invece viviamo sospesi – conclude Salvini – e senza tempi certi per ipotizzare una ripartenza e un ritorno alla normalità”.

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