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Sicurezza idraulica dell’Arno: intervento acqua, terra, aria a Rignano

Consorzio 2 Alto Valdarno al lavoro questa mattina a Rignano per liberare l’Arno da alberi pericolanti che ne minacciavano la sicurezza idraulica. Dopo una lunga serie di rinvii prima per il meteo sfavorevole e poi dovuti ai rilasci delle dighe disposti da Enel, l’ente ha avviato l’attività di manutenzione dell’asta fluviale, trovando una soluzione che ha abbinato le lavorazioni tradizionali all’impiego di personale specializzato in arrampicate sugli alberi e all’utilizzo di piccoli natanti per il recupero e il trasporto del materiale legnoso caduto in acqua.
“In questo tratto del fiume erano presenti  alberature in stato avanzato di età, molto alte, con evidenti segni di deperimento, come si può vedere dai tronchi tagliati, alcuni dei quali interessati da importanti fenomeni di marcescenza. Il consorzio ha deciso di abbattere gli esemplari ritenuti più pericolosi”, spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, referente di area del settore difesa Idrogeologica dell’Alto Valdarno.

“Questo intervento rientra tra i tanti programmati progressivamente dall’ente in tutto il comprensorio per mitigare il rischio connesso alla presenza di alberature pericolanti, localizzate in prossimità dei corsi d’acqua e che, in caso di eventi meteorologici avversi, potrebbero impedire il regolare deflusso idraulico. In questo tratto abbiamo dovuto valutare e studiare  modalità operative particolari per eliminare le piante, alcune ripiegate all’interno dell’alveo e altre ubicate nella parte più impervia e quindi non raggiungibile con i mezzi tradizionali. La soluzione è stata di alleggerire le alberature  con lavorazioni in quota mediante l’impiego di operai forestali altamente specializzati e di prevedere il recupero immediato del materiale legnoso caduto in acqua con l’utilizzo di piccoli natanti. Anche la programmazione dell’intervento è stata tutt’altro che semplice: abbiamo dovuto attendere  condizioni meteorologiche accettabili, per poter affrontare la scalata delle piante; tenere sotto controllo le portate del fiume Arno e i rilasci delle dighe a monte per far scendere in acqua i natanti; lasciare asciugare il terreno per evitare di danneggiare le aree oggetto delle lavorazioni. Insomma, si è reso necessario armonizzare tutte le variabili, per poter pianificare l’operazione nel momento migliore in piena sicurezza per il personale impiegato e per l’ambiente”.

“Qui più che altrove è evidente la complessità di competenze, esperienze e capacità che sono richieste al Consorzio per mitigare il rischio idraulico e difendere il territorio dagli allagamenti”, commenta la Presidente Serena Stefani.
“Dietro ad ogni attività c’è uno studio accurato e un’attenzione altissima per riuscire a coniugare sempre e comunque la sicurezza con il rispetto e la tutela dell’ambiente. Un impegno al quale l’ente non abdica neppure quando le situazioni sono particolarmente complesse”.

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