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Vigile del fuoco e la moglie, colpiti dal Covid, “guidano” a distanza l’allestimento dell’albero di Natale alla Gruccia

Albero di Natale ideato…a distanza all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia. Colpa del Covid. Tutti gli anni Leonardo Andreini, vigile del fuoco della caserma di Montevarchi e la moglie Claudia, operatrice socio sanitaria che lavora nel presidio valdarnese, con l’aiuto di amici e colleghi realizzano un albero di Natale con presepe in un angolo del monoblocco. E’ diventata ormai una tradizione ma quest’anno il “parto” è stato più complesso e particolare del solito. Il Coronavirus, infatti, c’ha messo lo zampino. Leonardo e Claudia  sono stati contagiati e nel mese di novembre, ma non si sono persi d’animo e  hanno “guidato” a distanza le colleghe del reparto di medicina interna nella realizzazione dell’allestimento. Marito e moglie erano infatti in quarantena e per loro sarebbe stato impossibile partecipare attivamente, almeno nella prima fase, alla creazione e all’addobbo. “E’ stato quindi programmato a distanza – ha spiegato Claudia -. Da casa mandavo le foto alle mie colleghe e indicavo loro come muoversi.  Voglio ringraziarle tutte,  in particolare Cristina, che mi ha aiutato insieme ad altri a  realizzare dei pupazzetti”. Tutto  materiale riciclato. Le operatrici sanitarie, dopo aver dato forma all’allestimento, tramite whatsapp inviavano l’immagine a Claudia e a Leonardo per avere il “benestare”.  “Quando poi io e mio marito siamo usciti dalla quarantena – ha aggiunto – siamo andati a riciclare gli alberi e gli alberelli e poi, insieme alle mie colleghe, nel giro di quattro e cinque giorni abbiamo realizzato questo bellissimo albero. Ci hanno aiutato anche alcuni pazienti”. Da sabato 5 dicembre chi passa davanti al reparto di medicina interna si imbatte in questo tradizionale allestimento e molti scattano foto. “E’ un modo anche per allietare chi lavora in ospedale e chi è costretto a starci per una patologia,  in un momento un po’ difficile per tutti – ha aggiunto Claudia -.  Tutti ci siamo impegnati a farlo e io lo chiamerei il bosco della distanza.  Voglio ringraziare anche  la capo sala e il primario di medicina, che in un periodo complicato hanno fortemente desiderato questo piccolo angolo per allietare pazienti ed operatori”. Un gesto che testimonia la vicinanza nei confronti di coloro che purtroppo passeranno le feste in un letto d’ospedale. E una tradizione che non è riuscita a fermare nemmeno il Covid, che anche in Valdarno ha colpito duro.

 

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