Sono Martina Erdas, 36 anni, assistente sanitaria, in questo periodo impegnata nella centrale di tracciamento al polo fieristico, Alessandra Roggi, 44 anni, medico del 118 e Mara Ceccarelli, 64anni, infermiera della degenza chirurgica le prime tre operatrici sanitarie della Asl Toscana Sud Est a cui stamani è stato somministrato il vaccino anti Covid. A seguire 42 colleghi: 13 infermieri, 12 medici, 1 assistente sanitario, 7 operatori socio sanitari, 2 amministrativi, 1 ausiliario, 1 ingegnere, 1 farmacista, 2 biologi, 1 tecnico di laboratorio, 1 ostetrica, 1 fisioterapista, 2 tecnici di radiologia. Sono 27 donne e 18 uomini.
Le prime 45 dosi di vaccino sono arrivate al San Donato alle 9.30 scortate dalle auto dei carabinieri. La sacca è stata presa in custodia dalla Farmacia dell’ospedale e quindi i vaccini sono stati trasferiti al quarto piano, nel Day Hospital – Day Service dove alcune stanze sono adesso utilizzate per la somministrazione e una grande sala è stata adibita a luogo di attesa post iniezione.
“Oggi è un giorno storico per la lotta al Covid – ha commentato Simone Bezzini, assessore regionale al diritto alla salute e sanità che stamani ha seguito tutte le fasi dell’arrivo e della somministrazione delle dosi -. E’ motivo di grande speranza nel futuro. Un primo traguardo raggiunto grazie alla ricerca scientifica e all’impegno congiunto delle istituzioni a livello europeo, nazionale e regionale. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per la riuscita di questa fondamentale giornata di avvio della campagna di vaccinazione. La Toscana sta lavorando con serietà, lungimiranza e grande spirito di squadra, il nostro sistema sanitario è organizzato per affrontare al meglio questa sfida collettiva che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi. Auspico la più grande adesione possibile alla vaccinazione, solo con la tenacia e la fiducia si può vincere questa battaglia per la vita”.
“Questi lunghi mesi sono stati imprevedibili e duri – ha aggiunto il Direttore generale della Asl Tse, Antonio D’Urso. Il vaccino ci porta a scrivere un altro capitolo della storia Covid ma il libro non è certo finito. Vorrei sottolineare ciò che fuori delle strutture sanitarie non si vede e cioè la preoccupazione ma anche l’entusiasmo e la determinazione della nostra comunità: donne e uomini profondamente diversi per età, specializzazioni, attività. Ma con un obiettivo comune: difendere la salute di tutti. Stamani hanno salutato con un applauso la prima collega vaccinata. Era lei il simbolo di una nuova speranza. Oggi, domani e nei prossimi giorni il lavoro sarà duro come sempre ma, per tutti noi, con una certezza e una speranza in più”.