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Mozioni sulla discarica. Il Centro Sinistra di San Giovanni spiega perchè sono state respinte

Le liste civiche sangiovannesi hanno polemizzato per la mancata approvazione di due mozioni sulla discarica, discusse nel consiglio comunale di ieri. A stretto giro di posta, sono arrivate le precisazioni della maggioranza. Il centro sinistra ha ricordato che il primo documento chiedeva il riconoscimento al comune di San Giovanni Valdarno di un indennizzo post mortem a seguito della chiusura della discarica di Podere Rota. Come? Tramite la richiesta di adozione al Consiglio Regionale di una normativa che “il Consiglio Regionale – ha spiegato il gruppo di maggioranza – non può approvare, perché la materia è già regolamentata da leggi statali o della comunità europea, norme di rango superiore quindi”.
E’ stato precisato che i criteri di ripartizione del disagio ambientale sono disciplinati dall’Ato, non dalla Regione. Una sentenza del Tar del 2009 ha chiarito poi che il disagio della discarica non può essere riferito solo al Comune di Terranuova Bracciolini, su cui insiste l’impianto, ma anche ai comuni limitrofi, tra cui ovviamente San Giovanni. “A seguito di questo pronunciamento – ha aggiunto la maggioranza -, è stato modificato lo statuto dell’Ato e sottoscritta una nuova convenzione nel 2017 tra l’Ambito Territoriale Ottimale e i comuni di San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini”. Un accordo in base al quale viene riconosciuta una parte del disagio ambientale anche a San Giovanni, che diventa così destinatario della ripartizione dell’indennità. “Richiedere quindi alla Regione di normare sull’indennizzo post mortem – ha aggiunto il centro sinistra – vuol dire sbagliare interlocutore: è l’Ato che deve disciplinare il disagio, la Regione non ha nessuna competenza a riguardo”.
La seconda mozione presentata dai civici chiedeva di discutere l’ampliamento della discarica all’interno della Conferenza dei Sindaci, (“istituzione che si occupa di fondi socio-sanitari del Distretto Socio Sanitario”), e che venissero richieste, sempre all’interno dello stesso organismo, le dimissioni del Presidente, il sindaco di Terranuova Bracciolini, Sergio Chienni.
“Due cose che i nostri amici sapevano bene non sarebbero arrivate da nessuna parte ma che potevano fare
spettacolo – ha sottolineato il centro sinistra -. Il nostro gruppo consiliare, che incorpora la sensibilità di una lista civica e di una fortemente politica, non ha paura di mettere in difficoltà forze politiche vicine al centro sinistra, semplicemente non vuole andare dietro a chi ha intenzione di menare il can per l’aia e aprire altri tavoli contrattuali con la Regione o chi che sia, che rischiano di depotenziare la nostra azione incisiva e fortemente motivata a non consentire l’ampliamento della discarica”.
“Questa politica delle nostre opposizioni, rinchiusa ossessivamente dentro poche idee e poche sicurezze
calcificate, non riusciamo più a seguirla – ha proseguito la maggioranza -, la vediamo sempre più vicina a populismi locali impegnati più nella propaganda personale che nella soluzione dei problemi dei cittadini. In verità ci aspetteremmo posizioni più elevate dalle liste civiche che hanno in passato dimostrato anche capacità progettuali più edificanti”.
Il gruppo di centro sinistra ha ricordato che i sindaci dei comuni limitrofi più di una volta si sono espressi pubblicamente sulla chiusura di Podere Rota al 2021. “Non vediamo quindi il senso di creare una forzatura cercando una manifestazione impropria, “vincolante”, senza spiegare che valore avrebbe il termine vincolante, all’interno di un organismo deputato a fare altro, ad occuparsi di altro. La conferenza zonale dei sindaci infatti, come previsto dalla legge regionale n. 41 del 2005, – ha concluso la maggioranza – ha competenze in materia socio-sanitaria. Forzatura che diventa irritante nella formulazione di richiesta delle dimissioni del Presidente della Conferenza dei Sindaci, così, a freddo, senza aver prima iniziato una interlocuzione seria e serena con gli altri comuni”.

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