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Effetti del covid. Chiude il punto ristoro dell’Azienda agricola La Fonte di Rendola

“Il nuovo anno ha portato una grande e sofferta decisione: il nostro punto ristoro non riaprirà”. Con queste parole la famiglia Pinti, che gestisce l’Azienda agricola “La Fonte” di Rendola, ha reso noto la volontà di non proseguire nell’attività del proprio agriturismo e del proprio punto ristoro.
“Purtroppo, le chiusure primaverili e autunnali causa pandemia – ha fatto sapere Sara Pinti, sorella del titolare – ci hanno messo in seria difficoltà e non siamo più in grado di sostenere le spese, con una gestione familiare come la nostra”.
Prima la capienza del punto ristoro era di 70 persone, successivamente con le restrizioni anti-Covid si era arrivati a 35/40, per mantenere le distanze, mettendo solo conviventi al tavolo, ma ciò non è bastato.
Alla base di tale decisione non solo le conseguenze dettate dalla pandemia, ma anche alcune scelte personali come quella della specializzazione in altri settori come la vendita dei prodotti del territorio coltivati dalla stessa azienda che, proprio perché a gestione familiare, non può sostenere gli alti costi derivanti dall’attività di ristorazione.
Continueranno infatti le altre attività dell’azienda agricola, prima fra tutti la produzione e la coltivazione di prodotti e materie prime naturali, genuine e di qualità.
“Il punto ristoro si attivava in occasione di eventi nei quali venivano promossi i nostri prodotti – ha affermato Sara Pinti – e quelli di altre piccole aziende del territorio; eventi legati alla nostra terra. Veri e propri momenti di socialità e di voglia di stare assieme, cosa peraltro al momento non più possibile.”
Fa male vedere le foto di tavoli e sedie vuote, pensando ai tempi ormai andati, ma adesso è importante rimboccarsi le maniche e guardare avanti.
“Nessuna polemica – ha voluto sottolineare Sara Pinti – Come altre attività, anche noi abbiamo ricevuto gli indennizzi del Decreto ristori che però non sono risultati sufficienti. Magari sarebbe bastato rivedere il regolamento comunale relativo ad esercizi come il nostro. Cercare di salvaguardare questo piccolo mondo, poiché grandi e piccole aziende non hanno tra di loro le stesse necessità e caratteristiche”.
È arrivato purtroppo il momento di adattarsi ad una nuova situazione. “C’è tanto dispiacere, ma anche una grande voglia di sfruttare l’occasione, cercare di cambiare e specializzarsi nelle attività relative alla gestione dell’azienda agricola”.
Infine un ringraziamento “a tutti voi che avete fatto parte almeno una volta – così si legge in un post su Facebook – di questa preziosa comunità…nessuna pandemia potrà cancellare i bellissimi eventi che siamo riusciti a creare in questi anni”.

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