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Regolamento comunale. Il Pd di Montevarchi: “La giunta Chiassai ha mostrato il suo vero volto”

“Restiamo allibiti dal nuovo regolamento per la tutela e il decoro delle attività del centro storico voluto con forza dal Sindaco Chiassai e senza alcun dialogo con le opposizioni e con la città”. Samuele Cuzzoni, segretario del Circolo Pd di Montevarchi ed Elisa Bertini, segretaria del Partito Democratico cittadino, hanno ribadito il loro no convinto alle nuove norme elaborate dall’amministrazione e approvate, a maggioranza, dal consiglio comunale.
“Con i soliti concetti paravento, che sentiamo fin dall’inizio di questa legislatura, del decoro urbano, della qualità della vita dei residenti, della tutela dell’identità storico-architettonica della città, si mira ad insinuare a Montevarchi concetti divisivi ed ingiusti, quasi razzisti e sicuramente xenofobi, tipici della destra peggiore e che ci rimandano purtroppo indietro esattamente di un secolo – ha tuonato il Pd -. Vietati in buona parte della città negozi etnici alimentari e non alimentari, bazar, internet point, distributori automatici. Consentite nuove aperture solo per chi venda prodotti alimentari e non “della tradizione italiana” (ma forse volevano scrivere ‘tradizione italica), ma senza poi dirci quali siano”.
“Inoltre – ha proseguito il Partito Democratico – si specifica che le insegne, anche quelle esistenti, dovranno essere espresse esclusivamente “con caratteri della cultura occidentale, in lingua Italiana (ma anche qui forse volevano scrivere ‘italica’), fatta eccezione per quelle parole ormai divenute parte del linguaggio italiano”, ma non si specifica ovviamente quali siano per lasciare un bel po’ di discrezionalità”.
Secondo il Pd, la giunta Chiassai ha deciso così di mostrare il proprio vero volto. “Dopo cinque anni di immobilismo e di provvedimenti spot – ha spiegato – ecco la trovata elettorale per compiacere quanti finora non hanno visto niente, ma invocano ancora il pugno duro. Nonostante le promesse e gli annunci clamorosi, come il divieto di sedersi sulle panchine o l’eliminazione dei tavolini all’aperto in alcune zone della città, non solo la città di Montevarchi non è cresciuta o migliorata, ma bensì la si è fatta passare, dagli amministratori stessi, come il Bronx del Valdarno”.
Il partito adesso all’opposizione ha ricordato che Montevarchi era un simbolo concreto di sperimentazione, di solidarietà e coesione sociale. “Adesso, invece, la voglia di esclusione sociale, e non di inclusione, di scegliere chi è meglio e chi è peggio, esce con forza da queste normative e scelte amministrative: azioni inammissibili e controproducenti al bene della comunità montevarchina tutta”.
“Invitiamo pertanto apertamente il Sindaco Chiassai ad andarsi a rileggere l’art. 3 della nostra Costituzione dove si legge che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione e l’art. 41, nel quale si stabilisce che l’iniziativa economica privata è libera”.
“Montevarchi ed i montevarchini meritano qualcuno che vuole bene veramente a questo paese, che si prenda cura di ogni cittadino, non con questi provvedimenti sensazionali ed ingiusti, ma con progetti lungimiranti e di respiro che possano regalarci una città rinnovata, sostenibile e dialogante”, ha sottolineato Cuzzoni -. Ora, a pochi mesi dalle elezioni, la giunta guidata da Chiassai Martini cerca la ribalta mediatica dopo la figuraccia nazionale sul pan con l’olio per i bambini alla mensa comunale, dopo aver vissuto nell’indifferenza l’apertura della sede di Forza Nuova a Montevarchi due anni fa, dopo aver definitivamente svenduto dei giardini pubblici per far colare nuovo cemento in città”.
“Sarebbe stato più opportuno se la giunta Chiassai avesse lavorato attivamente sul fronte della sicurezza urbana nel corso di questi cinque anni – ha proseguito Elisa Bertini -, ma invece, purtroppo, non ha fatto assolutamente nulla. Adesso è il momento di pensare ad un progetto vero di rilancio del centro storico di Montevarchi, fatto coinvolgendo in maniera partecipativa tutti gli operatori, i cittadini e le categorie che nel centro storico vivono, lavorano ed operano. Solo con la condivisione e l’inclusione possiamo costruire il futuro della nostra città. Si erano proposti con lo slogan ‘Tutta un’altra storia’, e difatti ci stanno portando indietro nella storia e nella civiltà di molti anni”.

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