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Il mondo della notte frenato dal Covid: ecco cosa pensano imprenditori e professionisti valdarnesi

La pandemia ha causato e sta causando una crisi sanitaria ma anche economica, e tra le imprese più colpite, oltre a negozi bar e ristoranti, figurano sicuramente tutti i locali notturni, quindi pub e discoteche, il cui business si muove unicamente nelle ore serali e la cui attività è spesso incompatibile con le norme di distanziamento sociale. Abbiamo parlato con un dj professionista e due imprenditori valdarnesi, per farci raccontare come stanno vivendo questo momento.

“La situazione è difficile ed incerta, siamo chiusi da marzo e i contributi arrivati dal governo, nonostante i nostri 15 dipendenti siano in cassa integrazione, non sono certo sufficienti a coprire una chiusura. – sostiene Filippo Bonaccini, gestore della discoteca figlinese “Mulino”, che aveva riaperto i battenti nel novembre 2019 – Sul piano dei contributi i locali da ballo sono trattati alla pari di ristoranti e bar, ma la nostra è un’attività completamente diversa, noi apriamo solo di notte e una/due sere alla settimana. Inoltre la nostra è un’attività stagionale e non continuativa. Chiediamo al governo di sospendere i finanziamenti in essere nelle attività, oltre ad affitti, utenze e oneri bancari, che nonostante si sia fermi da mesi noi continuiamo a pagare. Gli aiuti economici devono essere sostanziosi ,ma soprattutto diversificati in base ai locali.”

Anche Jo Bartolozzi, gestore del pub “The Londoner” a Montevarchi, lamenta il poco aiuto dalle istituzioni: “I decreti rilancio e ristoro degli scorsi mesi rimborsano una quota della perdita di fatturato relativa ad aprile, mese in cui noi siamo stati tra i primi in Valdarno ad organizzarci con le consegne a domicilio e abbiamo in parte ridotto la perdita effettiva. Attualmente i dipendenti sono in cassa integrazione e noi soci lavoriamo per l’asporto, ma è ovvio che i guadagni siano minimi. Globalmente abbiamo ricevuto meno del 10% della perdita di fatturato globale di questi mesi. Il nostro è un locale che apre solo la sera, e non può essere equiparato a dei locali diurni, il governo deve diversificare i vari tipi di attività ed essere cosciente che se decide di chiudere deve garantire gli adeguati rimborsi.”

“Io come lavoratore dello spettacolo ho ricevuto tutti i rimborsi che mi erano stati promessi, ma rispetto al guadagno regolare si parla ovviamente di cifre basse. – dice il dj Giulio Maddii, in arte “Mad”Noi dj in particolare abbiamo sentito la mancanza in estate di eventi privati quali i matrimoni di persone straniere, che sono molto frequenti nella nostra Regione e costituiscono per noi una fetta importante di guadagno. Penso che la categoria dei professionisti della notte sia snobbata sia per colpa delle istituzioni, che non ci diversificano rispetto a ristoranti e bar quando la nostra attività ha tempi e modi completamente diversi, che per colpa nostra, perché ci siamo fatti sentire poco e nei modi sbagliati: manca la collaborazione tra i professionisti del settore.”

Per quanto riguarda il lato sociale della vita notturna, ci si chiede se quando torneremo alla normalità tutto tornerà come prima oppure vedrà uno stravolgimento: “Penso e spero che nel lungo termine, dopo un iniziale assestamento, le discoteche tornino alla loro regolare attività come nel mondo pre-Covid.” dice Bonaccini, mentre per Maddii “Si presentano due scenari, o torneremo come prima oppure, come penso, ci sarà una rivisitazione dei locali e del modo di vivere la notte.” Per Bartolozzi “Inizialmente non ci sarà un grande afflusso, ma con andamento lento torneremo ai livelli pre-Covid: già ad ottobre, prima della nuova chiusura, stavamo piano piano ritornando a livelli regolari.”

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