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I circoli Arci del Valdarno sul piede di guerra: “Rischiamo di chiudere, fateci riaprire!”

“E’ intollerabile l’impossibilità di continuare a svolgere le nostre attività di presidio e coesione sociale”. E’ un vero e proprio grido d’allarme, con accusa circostanziata, quello che arriva dal presidente di Arci Valdarno Marco Mini, che parla a nome di tutti i circoli del comitato, le cui attività sono sospese da marzo 2020. Quasi un anno di serrata pressoché completa che rischia di far chiudere molte realtà associative. Dopo una breve parentesi estiva, c’è stata una nuova chiusura e l’ultimo Dpcm del Governo, che andrà avanti fino al 5 marzo, conferma l’interruzione di tutte le attività dei circoli.
“Le attività di animazione dei quartieri e delle frazioni, quelle per gli anziani, i laboratori, campagne di beneficenza e i tanti momenti di socializzazione rischiano di non ripartire – ha tuonato Mini -. A rendere la situazione complessa e difficile da sostenere è inoltre la discriminazione che tali realtà subiscono rispetto ad altre. Con le entrate azzerate, la sostenibilità economica delle nostre basi associative, che vivono di autofinanziamento, viene a mancare, a partire dal pagamento delle utenze: è incomprensibile che, a parità di regole di sicurezza, le attività di somministrazione che si svolgono nei circoli vengano considerate più nocive di quelle realizzate nelle strutture commerciali”.
Mini ha quindi sottolineato che le conseguenze, per la comunità valdarnese, rischiano di essere gravissime senza il sostegno di questi luoghi di socialità e di prossimità. Tra l’altro in un momento in cui le comunità fanno sempre più fatica a mantenere legami. “Le sedi sono chiuse, la campagna di tesseramento non è partita.  Poco o nulla al momento è arrivato dai ristori del Governo e aumentano anche le difficoltà per l’accesso al credito agevolato – ha proseguito il presidente dell’Arci -. Al momento le associazioni possono contare solo sugli aiuti previsti dalla Regione Toscana che ha sempre mantenuto alta l’attenzione sui nostri presidi”. Insomma, la richiesta è forte e chiara.
“Chiediamo che venga eliminata l’ingiusta discriminazione che stiamo subendo. Riaprire – anche solo parzialmente e quantomeno per quelle attività che oggi sono consentite ai soggetti profit – significa sopravvivere. Fateci riaprire”: questo non è solo l’appello di Marco Mini, ma anche di tutti i presidenti dei circoli Arci del Valdarno, appello già lanciato anche da Arci Toscana e Acli Toscana e dal Forum Nazionale del Terzo Settore. “E’ necessario intervenire urgentemente per non mettere fine alla lunga storia dei nostri circoli. In assenza di sostegno economico, ci deve essere permesso almeno l’azione di autofinanziamento per poter sopravvivere. Vogliamo continuare ad essere punti di riferimento di inclusione e di solidarietà per il nostro territorio – ha proseguito il presidente del comitato valdarnese -. E’ poi importante sottolineare quanto, in questa fase, siano fondamentali anche le manifestazioni di sostegno a tutti i dirigenti dei circoli da parte delle amministrazioni pubbliche e della società civile, sia per trovare insieme una via di risoluzione a questa sospensione a tempo indeterminato, sia per motivare e dare una prospettiva a tutti quei volontari che, nonostante tutto, in autonomia e con le proprie risorse stanno resistendo e sostenendo il proprio circolo con passione e impegno”.

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