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Pensieri in libertà di Leonardo De Nicola. “Meglio tardi….che mai”

Quando alcuni mesi fa segnalavo i rischi che la pandemia avrebbe provocato nelle nuove generazioni e la totale indifferenza dei politici e degli scienziati per la salute mentale degli adolescenti e dei nostri ragazzi mi sono preso un po’ di tutto ….Da irresponsabile persino a negazionista: oggi che tutti scoprono quanto sia stato sbagliato centralizzare l’aspetto dell’ emergenza sanitaria solo sulle fasce più avanzate di età il vostro interlocutore si prende un amara rivincita.
Al di là delle tragiche conseguenze per la salute che mai si devono dimenticare , si continua oggi a scavare un solco sempre più profondo, e se gli anziani pagano un prezzo durissimo alla malattia e allo stato di solitudine che deriva dal covid, non meno alto è quello che sono costretti a pagare i più giovani.
Mancano oramai del tutto le relazioni sociali, lo scambio di esperienze consumato dal vivo, l’apprendimento collettivo di tutte le fasi della crescita e della vita stessa. Insomma una generazione a cui si è spenta la luce come una mano che clicca sull’ interruttore mentre era in corso il processo di crescita con le gioie, i dolori, gli errori necessari per diventare grandi. Chi si meraviglia per le risse in strada o per i ritrovi clandestini forse ha perso la propria memoria ed il ricordo della propria giovinezza.
Senza considerare come l’Italia sia stato il primo paese a sospendere le lezioni in presenza e, probabilmente l’ultimo a riprenderle. E come la scuola rappresenti uno strumento indispensabile per la crescita e non solo rivolta all’acquisizione di dati o altro.
Fra le persone più intelligenti io voglio segnalare Agostino Miozzo, medico e coordinatore del tanto spesso vituperato comitato scientifico nazionale che, in questi giorni, ha “denunciato” senza troppi giri di parole tutti gli esperti di settore che parlano di studenti e di ragazzi come potenziali untori della popolazione più anziana (e …dunque anche di chi scrive). Nello stesso tempo egli critica pesantemente tutti i governatori del territorio che invocano la chiusura delle scuole come unica panacea per abbattere i contagi.
Sono dichiarazioni importanti e coraggiose che non vengono da un uomo qualunque ma da chi è chiamato a rispondere della salute pubblica.
Risolvere la malattia resta l’obiettivo principale e non credo ce la faremo in tempi brevi, ma pensare a forme di tutele anche diverse per le fasce più deboli non è sbagliato. Perché la pandemia lascia dietro di sé parecchie vite umane, sofferenza morale ed economica ed è tutto tragicamente vero.
Ma c’è una generazione che rappresenta il nostro futuro e che dovrebbe essere al centro delle attenzioni di tutti.

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