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Scoperta rilevante evasione fiscale. Sequestrati beni per oltre 2 milioni di euro

Ricondotti a tassazione in Italia redditi per oltre 22,6 milioni di euro, con un’evasione Iva per 4 milioni di euro e Irap per circa 300.000 euro. Sequestrati beni per oltre 2 milioni di euro. Questi i risultati delle attività ispettive della Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno che nei giorni scorsi ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Arezzo, nei confronti di una società di diritto estero, ricondotta sotto la tassazione del fisco italiano, cautelando beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 2.100.000 euro.
L’indagine è stata avviata su una società di diritto bulgaro, con sede dichiarata a Sofia ma che, in base alle indagini svolte dalle fiamme gialle, aveva il centro direzionale nel Valdarno. Faceva infatti parte di un importante gruppo d’imprese, coordinate da una holding,  attive nel settore dei trasporti in paesi europei. L’attenta ed analitica ricostruzione documentale, svolta dai finanzieri nell’ambito di interventi mirati di natura fiscale, grazie anche alle indagini bancarie e con il raccordo investigativo degli organi collaterali esteri, ha permesso di classificare la società bulgara come “esterovestita”. Una realtà solo formalmente ubicata all’estero, spesso per risparmiare sulle tasse, non organizzata per svolgere attività commerciale dichiarata e di autonomia gestionale.
I due principali indagati, di nazionalità italiana, individuati quali amministratori di fatto della società estera, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati fiscali. Le attività ispettive hanno portato a ricondurre a tassazione in Italia redditi per oltre 22,6 milioni di euro, con un’evasione dell’Iva per 4 milioni di euro ed Irap per circa 300.000 euro. L’operazione rientra tra quelle condotte dalla Guardia di Finanza a contrasto dell’evasione fiscale, anche con proiezioni internazionali, perpetrata nelle forme più insidiose per l’erario e distorsive per il mercato, in quanto realizza una concorrenza sleale, a danno dei contribuenti onesti. “Proprio in questo periodo assume particolare rilievo il ripristino della legalità, poiché rappresenta il necessario presupposto per la ripresa dell’economia, a seguito della crisi economica perdurante e delle distorsioni generate dalla pandemia in atto”, hanno spiegato i finanzieri.

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